Non c'è nulla di cui meravigliarsi se un napoletano come me vi riporta una ricetta che proviene dal lontano e gelido Alto Adige. Infatti mi è giunta una cartolina con la seguente scritta: "Il menestrello Bernardo mi ha rallegrato la vacanza !" (Si riferiva al mio libro "Le follie del menestrello Bernardo" - Vedere i Post di qualche mese fa) Cordialità e saluti . Laura.....
Dal Lago di Braies. Sul davanti vi è il ritratto di una simpatica donnina di circa 90 anni e poi: I canederli della Sig.ra Emma, albergatrice della zona.
Lo scorso anno, in una mia trasmissione televisiva sul Canale 416 di SKY CASA ALICE, mi ero cimentato a realizzare dei canederli, piccoli piccoli, e messi all'interno di uno sformato di spinaci a forma di ciambella a due colori, ricoperti da una leggera vellutata a base di funghi e marsala. Ma questo è un altro fatto, e quindi per oggi mi limito a darvi questa ricetta dei canederli che messi a cuocere una decina di minuti in un brodo bollente (sia pure di dado se non disponete di verdure o di carni adatte, o non avete la voglia ed il tempo di prepararlo), possono essere molto graditi in una sera di freddo. E poi così potete utilizzare del pane vecchio che, a noi non più giovani, ci è stato sempre insegnato che non deve essere mai gettato nella pattumiera. E' un bene di Dio ! (Prescindendo dal tipo di religione che praticate! )
I canederli di Frau Emma:
Ingredienti per 4 persone: 3-4 panini raffermi (o delle fette di pane raffermo); speck a fettine gr 175; uova 3; prezzemolo tritato 1 cucchiaino; latte intero cc 125 (misuratelo riempendo un bicchierino vuoto di yogurt monoporzione); cipolla 1 piccola gr 50; burro 1 cucchiaio gr 30; farina gr 80; sale fino 1 pizzico; (una macinata di pepe fresco se gradita) .
Procedimento: Tagliare a tocchetti il pane e metterlo in una terrina. Tagliare a minuti quadratini lo speck (dopo avere eliminato il bordo esterno scuro) e distribuirlo sul pane insieme al prezzemolo tritato. Sbattere le uova con il latte freddo ed il pizzico di sale e distribuire l'impasto sul pane. Sbucciare la cipolla e ridurla a minuti pezzetti, rosolarla nel burro in un tegamino e unirla poi, insieme alla farina, all'impasto di pane, ed alla macinata di pepe se gradita.
Lavarsi le mani e impastare con forza per un paio di minuti, quindi fare riposare l'impasto per 20 minuti.
Con le mani umide (perchè le avrete lavate un'altra volta) e perchè l'impasto in tal modo non si attacca alle mani, formare 8 o 12 canederli. Fare bollire a fuoco basso il brodo per almeno 10 minuti con dentro i canederli e servirli caldi. In tavola mettere la formaggiera con grana o parmigiano grattugiato, per chi lo gradisce.
(D'ora in poi scriverò sia "grana" che "parmigiano" perché mi hanno incolpato di non essere imparziale o con l'uno o con l'altro !! Meno male che i produttori di formaggio "pecorino" che è più forte di sapore, non si sono ancora accorti del mio blog !! )
P.S. Subito dopo aver toccato i gusci delle uova bisognerebbe lavarsi accuratamente le mani, perché voi certamente ben sapete da dove vengono fuori le uova delle galline. E proprio da lì che possono venir fuori dei germi poco simpatici. Anche dopo aver toccato la pelle di un pollo crudo bisognerebbe lavarsi ancora più accuratamente le mani . Anche lì altri germi sono in agguato!!
sabato 27 dicembre 2008
venerdì 26 dicembre 2008
BAMBINI OBESI: IN ITALIA CIRCA IL 33 %, IN CAMPANIA IL 40%
Verso la fine di ottobre avevo iniziato a scrivere questo blog, e per concluderlo ero in attesa di una notizia che però ha tardato a venire pubblicata. Ho quindi completato oggi questo argomento di vitale importanza per le nostre generazioni future, sul quale ritengo sarà necessario scrivere ancora.
Per questo motivo troverete tutto l'articolo alla data del 30 ottobre u.s., nei POST di allora, non essendo possibile modificare la data, (o almeno io non sono stato capace di farlo !!)
Grazie per l'attenzione !
Per questo motivo troverete tutto l'articolo alla data del 30 ottobre u.s., nei POST di allora, non essendo possibile modificare la data, (o almeno io non sono stato capace di farlo !!)
Grazie per l'attenzione !
Immagine da Ecomamma.blog.kataweb.it
giovedì 25 dicembre 2008
OGGI E' NATALE !.
Nel ricordarci di essere più buoni ( del solito....) , non dimentichiamo che cucinare con passione per gli amici e/o per i familiari è un vero atto di amore !!
Auguri da Sergio
Auguri da Sergio
martedì 23 dicembre 2008
Non è tempo di melanzane, siamo in inverno. Oggi vengono importate dalla Sicilia e sono coltivate in serra !
Poco fa ho proposto una variante alla ricetta di "pennette al pomodoro nelle cocottine", impiegando anche delle melanzane, ma ho chiarito che è meglio utulizzare in cucina frutta ed ortaggi di stagione, possibilmente a Chilometri zero !
Ma qualcuno avrà anche notato che prima di fare friggere le rondelle di melanzane, non ho suggerito di tenerle una mezz'ora stese in un piatto con sopra del sale fino per fare spurgare l'amaro.
Ed ecco spiegato il perché !
Dovete sapere che il frutto delle melanzane, così attraente in natura, crescendo a pochi centimetri dal terreno, era molto appetibile per gli animali che pascolavano liberamente, oltre che per gli insetti o i coleotteri che un tempo abbondavano sulla terra, molto di più che ai nostri giorni.
Quindi la natura aveva provveduto a rendere amari questi frutti e per poterli noi mangiare, prima di cuocerli era necessario metterli a "spurgare" sotto sale e poi a lavarli accuratamente per eliminare il sale e l'amaro residuo.
Ora però, essendo state inventate dalla scienza chimica dell'uomo tutta una serie di sostanze nocive che vengono periodicamente spruzzate sulle piante in fiore ed anche sui frutti, per scongiurare che siano danneggiate dagli insetti, e per far sì che i frutti crescano tutti senza inestetiche imperfezioni, nel tempo sono avvenute al loro interno delle mutazioni genetiche che, mentre da un lato hanno eliminato l'amaro dalla polpa dei frutti, ed hanno ridotto drasticamente la quantità di semi contenuti all'interni degli stessi, rendendoli ancora più comodi da cucinare, dall'altro stanno contribuendo a far morire una gran quantità di insetti, la cui esistenza è invece necessaria per favorire in alcuni casi la "impollinazione" dei frutti stessi.
Ciò sta a significare che il frutto della melanzana non è più amaro, quindi non è più necessario metterlo sotto sale, ma che purtroppo il coltivatore che vuole seminare l'anno successivo delle nuove piante di melanzane, non riesce più a trovare all'interno del più grande e bel frutto di melanzana, neanche un seme, come invece avveniva anticamente. Se vuole seminarne di nuove deve acquistare dei semi dalle grandi aziende produttrici di semenze, che guarda caso, sono anche interessate alla produzione, con loro consociate, di quei prodotti chimici che stanno uccidendo milioni di api ed altri coleotteri, come forse avrete letto sulla carta stampata e visto in televisione. ( Qualcuno ritiene che forse tutti questi pesticidi possono anche contribuire a fare danni al nostro organismo, visto lo strano diffondersi dei tumori nelle nostre generazioni !!)
Rifletteteci un pò su questa mia considerazione, e vi prometto di tornare ancora sull'argomento.
Ma qualcuno avrà anche notato che prima di fare friggere le rondelle di melanzane, non ho suggerito di tenerle una mezz'ora stese in un piatto con sopra del sale fino per fare spurgare l'amaro.
Ed ecco spiegato il perché !
Dovete sapere che il frutto delle melanzane, così attraente in natura, crescendo a pochi centimetri dal terreno, era molto appetibile per gli animali che pascolavano liberamente, oltre che per gli insetti o i coleotteri che un tempo abbondavano sulla terra, molto di più che ai nostri giorni.
Quindi la natura aveva provveduto a rendere amari questi frutti e per poterli noi mangiare, prima di cuocerli era necessario metterli a "spurgare" sotto sale e poi a lavarli accuratamente per eliminare il sale e l'amaro residuo.
Ora però, essendo state inventate dalla scienza chimica dell'uomo tutta una serie di sostanze nocive che vengono periodicamente spruzzate sulle piante in fiore ed anche sui frutti, per scongiurare che siano danneggiate dagli insetti, e per far sì che i frutti crescano tutti senza inestetiche imperfezioni, nel tempo sono avvenute al loro interno delle mutazioni genetiche che, mentre da un lato hanno eliminato l'amaro dalla polpa dei frutti, ed hanno ridotto drasticamente la quantità di semi contenuti all'interni degli stessi, rendendoli ancora più comodi da cucinare, dall'altro stanno contribuendo a far morire una gran quantità di insetti, la cui esistenza è invece necessaria per favorire in alcuni casi la "impollinazione" dei frutti stessi.
Ciò sta a significare che il frutto della melanzana non è più amaro, quindi non è più necessario metterlo sotto sale, ma che purtroppo il coltivatore che vuole seminare l'anno successivo delle nuove piante di melanzane, non riesce più a trovare all'interno del più grande e bel frutto di melanzana, neanche un seme, come invece avveniva anticamente. Se vuole seminarne di nuove deve acquistare dei semi dalle grandi aziende produttrici di semenze, che guarda caso, sono anche interessate alla produzione, con loro consociate, di quei prodotti chimici che stanno uccidendo milioni di api ed altri coleotteri, come forse avrete letto sulla carta stampata e visto in televisione. ( Qualcuno ritiene che forse tutti questi pesticidi possono anche contribuire a fare danni al nostro organismo, visto lo strano diffondersi dei tumori nelle nostre generazioni !!)
Rifletteteci un pò su questa mia considerazione, e vi prometto di tornare ancora sull'argomento.
Un altro primo piatto, utilizzando le piccole pirofile "monoporzione": LE COCOTTINE CON IL RISO AL POMODORO
Avete comprato queste cocottine da una porzione e quindi vediamo come farvele utilizzare al meglio! Quindi per gli amanti del riso seguite questa mia ricetta. Devo confessarvi che sono stato a dirigere un'azienda a Torino per 10 anni, tra il 1970 ed il 1980, e lì ho imparato ad apprezzare il riso ed a conoscere i suoi segreti, ma questa che segue è una mia ricetta del Sud !
Ingredienti: Riso Arborio Superfino gr 300; polpa di pomodoro gr 400; aglio 1 spicchio; olio extra vergine d'oliva 5 cucchiai; sedano 3 coste tagliuzzate a sottili rondelline; origano 1 pizzico; sale fino 1/2 cucchiaino; dado da brodo 1.
Procedimento: In una pentola mettere l'olio, l'aglio, farlo soffriggere per 2 minuti, quindi eliminarlo ed aggiungere il riso, tostandolo per 2 minuti su fuoco dolce. Aggiungere metà della polpa di pomodoro, il dado sbriciolato, il sale fino, e cuocere per 10 minuti, aggiungendo un poco per volta dei mezzi bicchieri di acqua calda, rimestando sempre, e aspettare che si assorba. Dopo 12 minuti totali di cottura togliere la pentola dal fuoco, aggiungere l'origano e le rondelline di sedano, il resto della polpa di pomodoro e mescolare il tutto insieme.
Riempire le cocottine con il composto poco più giù dell'orlo, perchè il riso crescerà ancora nel corso della cottura e metterle in forno già caldo a 180° per 20/25 minuti, quindi toglierle dal forno con attenzione, impiegando un guanto imbottito, e portarle in tavola.
Ingredienti: Riso Arborio Superfino gr 300; polpa di pomodoro gr 400; aglio 1 spicchio; olio extra vergine d'oliva 5 cucchiai; sedano 3 coste tagliuzzate a sottili rondelline; origano 1 pizzico; sale fino 1/2 cucchiaino; dado da brodo 1.
Procedimento: In una pentola mettere l'olio, l'aglio, farlo soffriggere per 2 minuti, quindi eliminarlo ed aggiungere il riso, tostandolo per 2 minuti su fuoco dolce. Aggiungere metà della polpa di pomodoro, il dado sbriciolato, il sale fino, e cuocere per 10 minuti, aggiungendo un poco per volta dei mezzi bicchieri di acqua calda, rimestando sempre, e aspettare che si assorba. Dopo 12 minuti totali di cottura togliere la pentola dal fuoco, aggiungere l'origano e le rondelline di sedano, il resto della polpa di pomodoro e mescolare il tutto insieme.
Riempire le cocottine con il composto poco più giù dell'orlo, perchè il riso crescerà ancora nel corso della cottura e metterle in forno già caldo a 180° per 20/25 minuti, quindi toglierle dal forno con attenzione, impiegando un guanto imbottito, e portarle in tavola.
Un primo piatto carino ed originale: LE PENNETTE NELLE COCOTTINE
E' necessario innazitutto approviggionarsi di almeno sei piccole pirofile da cm 8 di diametro e cm 4 di altezza che porterete in tavola dopo aver perfezionato la cottura della pietanza nel forno.
Ingredienti per 4/6 persone: piccole pennette o tubettini gr 350; polpa di pomodoro gr 400; olio extra vergine d'oliva 4 cucchiai colmi; aglio 2 spicchi; origano 1 pizzico abbondante; formaggio parmigiano grattugiato gr 100; sale q.b.
Procedimento: In una ampia padella mettere l'olio, l'aglio appena schiacciato e dopo 2 minuti di cottura a fuoco dolce aggiungere la polpa di pomodoro (vanno anche bene i pelati, ma in tal caso dovrete sminuzzarli con un coltello mentre cuociono) ed un pizzico di sale. Cuocere per 10 minuti a fuoco medio, rimestando un paio di volte, quindi togliere la salsa dal fuoco, eliminare l'aglio, aggiungere l'origano e mescolare. In una pentola media mettere l'acqua e un cucchiaino di sale grosso, fare bollire e cuocere a mezza cottura la pasta, quindi scolarla accuratamente . (Ad es tempo di cottura minuti 8, cuocere soltanto per minuti 4) . Versare la pasta nella padella ormai fredda, unire il formaggio grattugiato e condirla bene rimestando per un paio di minuti. Con un piccolo mestolo riempire tutte le "cocottine" fino all'orlo e tenerle al fresco.
Poco prima di andare a tavola passarle in forno già caldo a 180° per 15 minuti, toglierle dal forno con un guantone imbottito per evitare scottature, e servirle subito.
P.S. Una piccola variante da realizzare nei mesi in cui le melanzane sono "di stagione" e non vengono da centinaia di chilometri. Ricordiamoci sempre di utilizzare prodotti a "zero chilometri", cioè raccolti nei campi abbastanza vicini alle nostre città.
Melanzane lunghe 2; fiordilatte o (mozzarella del giorno prima perché meno acquosa) gr 150;
olio extra vergine d'oliva q.b. = Lavare le melanzane, tagliare via il picciuolo ed affettarle a rondelle, (spessore mm 2) come se fosse un salame. In una padellina friggerle per qualche minuto sui due lati, quindi toglierle dalla padella e tenerle da parte. Tagliare a minuti dadini il formaggio fresco.
Ritorniamo ora a quando avete condito la pasta nella padella. Aggiungere le fettine di melanzane fritte e i cubetti di fiordilatte, mescolarle bene alla pasta e riempire le cocottine. Quindi metterle in forno come già illustrato in precedenza.
Ingredienti per 4/6 persone: piccole pennette o tubettini gr 350; polpa di pomodoro gr 400; olio extra vergine d'oliva 4 cucchiai colmi; aglio 2 spicchi; origano 1 pizzico abbondante; formaggio parmigiano grattugiato gr 100; sale q.b.
Procedimento: In una ampia padella mettere l'olio, l'aglio appena schiacciato e dopo 2 minuti di cottura a fuoco dolce aggiungere la polpa di pomodoro (vanno anche bene i pelati, ma in tal caso dovrete sminuzzarli con un coltello mentre cuociono) ed un pizzico di sale. Cuocere per 10 minuti a fuoco medio, rimestando un paio di volte, quindi togliere la salsa dal fuoco, eliminare l'aglio, aggiungere l'origano e mescolare. In una pentola media mettere l'acqua e un cucchiaino di sale grosso, fare bollire e cuocere a mezza cottura la pasta, quindi scolarla accuratamente . (Ad es tempo di cottura minuti 8, cuocere soltanto per minuti 4) . Versare la pasta nella padella ormai fredda, unire il formaggio grattugiato e condirla bene rimestando per un paio di minuti. Con un piccolo mestolo riempire tutte le "cocottine" fino all'orlo e tenerle al fresco.
Poco prima di andare a tavola passarle in forno già caldo a 180° per 15 minuti, toglierle dal forno con un guantone imbottito per evitare scottature, e servirle subito.
P.S. Una piccola variante da realizzare nei mesi in cui le melanzane sono "di stagione" e non vengono da centinaia di chilometri. Ricordiamoci sempre di utilizzare prodotti a "zero chilometri", cioè raccolti nei campi abbastanza vicini alle nostre città.
Melanzane lunghe 2; fiordilatte o (mozzarella del giorno prima perché meno acquosa) gr 150;
olio extra vergine d'oliva q.b. = Lavare le melanzane, tagliare via il picciuolo ed affettarle a rondelle, (spessore mm 2) come se fosse un salame. In una padellina friggerle per qualche minuto sui due lati, quindi toglierle dalla padella e tenerle da parte. Tagliare a minuti dadini il formaggio fresco.
Ritorniamo ora a quando avete condito la pasta nella padella. Aggiungere le fettine di melanzane fritte e i cubetti di fiordilatte, mescolarle bene alla pasta e riempire le cocottine. Quindi metterle in forno come già illustrato in precedenza.
lunedì 15 dicembre 2008
UN CORTESE INVITO A DARE UNA SBIRCIATA AI MIEI POST DEI MESI PASSATI
E' ovvio che aprendo il mio blog vengono sotto gli occhi le ultime ricette, le ultime notizie sui falsi alimentari e così via. Ma non dobbiamo dimenticare che anche a distanza di mesi le ricette sono sempre attuali e valide, e così pure tutte le altre notiziole che sono riportate fra una ricetta e l'altra. Spesso la pigrizia ci fa fermare dinnanzi alle pagine più recenti, ma ad esempio apprendere come allestire una elegante tavola da pranzo, o come comportarsi con i propri ospiti nel caso di un pranzo un pò importante, come quello nel quale i genitori del proprio fidanzato o della propria fidanzata vengono invitati dai futuri consuoceri, può chiarire chi debba essere servito per primo, e chi per ultimo, se tra gli invitati vi sia un prelato, e così via.
E poi vi invito a mandare dei commenti, o fare particolari richieste di ricette del tempo andato, e così via. Quindi sfogliate tutte le pagine del mio blog e troverete di certo qualche argomento che incontrerà il vostro interesse. Grazie dell'attenzione. Sergio !
E poi vi invito a mandare dei commenti, o fare particolari richieste di ricette del tempo andato, e così via. Quindi sfogliate tutte le pagine del mio blog e troverete di certo qualche argomento che incontrerà il vostro interesse. Grazie dell'attenzione. Sergio !
domenica 14 dicembre 2008
Una pietanza che può essere sia primo che secondo. LA CROSTATA DI TAGLIOLINI DI GELSOMINA
Si tratta di una pietanza che può essere considerata sia primo che secondo piatto. Poi per concludere il pasto è sufficiente una buona insalata mista di indivia, finocchio, ravanelli, carote, qualche gheriglio di noce e qualche tocchetto di formaggio emmenthal o montasio stagionato! La crostata potrete eventualmente prepararla quando disponete di un'ora di tempo, e poi quando è pronta ricoprirla con la pellicola e surgelarla. Va tirata fuori dal freezer quando dovrete servirla e quindi sarà sufficiente passarla in forno a 180° per 45 minuti e via in tavola !
E' necessaria una pirofila da forno alta almeno tre dita e lunga cm 40 per cm 20 di larghezza, da portare poi in tavola.
Ingredienti per 6 persone: Tagliolini all'uovo gr 500; carne macinata di manzo e di maiale gr 600; carote 2; coste di sedano 2; cipolle medie 2; olio extra vergine d'oliva 4 cucchiai; vino bianco secco cc 150; fiordilatte o provola affumicata gr 300; grana o parmigiano grattugiato gr 150; farina 6 cucchiai colmi; latte intero cc 1000; burro gr 120; sale q.b.
Procedimento: Tritare insieme nel frullatore le cipolle, le carote, il sedano per non più di un minuto, metterle a soffriggere a fuoco dolce in una casseruola con l'olio, e dopo cinque minuti unire le carni macinate. Rimestare, alzare la fiamma e dopo altri cinque minuti aggiungere il vino e farlo evaporare. Cuocere a fuoco medio con il coperchio per tre minuti, quindi togliere dal fuoco e tenere da parte. Grattugiare il grana o parmigiano e tenere da parte. Tagliare a minuti dadini il fiorilatte o la provola affumicata e tenere in una scodella da parte. Ora preparare una besciamella che dovrà risultare abbastanza liquida: In una casseruola mettere gr 80 di burro e la farina. Su fuoco dolce far sciogliere il burro e mescolarlo alla farina tostandola per due minuti. Aggiungere appena un poco di latte, mescolare e farlo incorporare alla farina ed al burro. Non appena ciò è avvenuto aggiungere un altro poco di latte, un buon pizzico di sale fino, mescolando sempre. E così via, sempre con piccole aggiunte di latte da fare quando si sta mano a mano incorporando nella salsa. In questa maniera si eviteranno i grumi della farina. Fare assorbire tutto il latte, togliendo al termine la casseruola dal fuoco e continuando a mescolare per un paio di minuti perchè il fondo bollente continuerà a cuocere la besciamella, rischiando di bruciarla. Quindi metterla a parte.
Ora mettere sul fuoco forte una pentola con acqua salata e quando bolle immergere i tagliolini. Se il tempo di cottura esposto sulla confezione sarà di minuti 6, togliere la pentola dal fuoco a 4 minuti dalla ripresa del bollore, scolare i tagliolini e versarli temporaneamente in una zuppiera nella quale avrete precedentemente messo i restanti 40 grammi di burro; quindi rimestare velocemente, per ungerli tutti, evitando che si attacchino tra di loro.
Ora tutti gli ingredienti sono pronti e si può assemblare la crostata. Ungere l'interno della pirofila con una spennellata di olio di oliva. Sul fondo distribuire un primo strato di tagliolini. Sopra spargere qualche cucchiaiata di formaggio grattugiato e dei tocchetti di fiordilatte. Quindi distribuire uno strato di salsa con la carne tritata, qualche cucchiaio qua e là di besciamella, quindi di nuovo tagliolini e continuare così, fino a terminare l'ultimo strato ricoprendolo con la restante besciamella.
Mettere la pirofila in forno già caldo a 180° per 45 minuti e portarla in tavola su di un vassoio, evitando pericolose scottature.
E' necessaria una pirofila da forno alta almeno tre dita e lunga cm 40 per cm 20 di larghezza, da portare poi in tavola.
Ingredienti per 6 persone: Tagliolini all'uovo gr 500; carne macinata di manzo e di maiale gr 600; carote 2; coste di sedano 2; cipolle medie 2; olio extra vergine d'oliva 4 cucchiai; vino bianco secco cc 150; fiordilatte o provola affumicata gr 300; grana o parmigiano grattugiato gr 150; farina 6 cucchiai colmi; latte intero cc 1000; burro gr 120; sale q.b.
Procedimento: Tritare insieme nel frullatore le cipolle, le carote, il sedano per non più di un minuto, metterle a soffriggere a fuoco dolce in una casseruola con l'olio, e dopo cinque minuti unire le carni macinate. Rimestare, alzare la fiamma e dopo altri cinque minuti aggiungere il vino e farlo evaporare. Cuocere a fuoco medio con il coperchio per tre minuti, quindi togliere dal fuoco e tenere da parte. Grattugiare il grana o parmigiano e tenere da parte. Tagliare a minuti dadini il fiorilatte o la provola affumicata e tenere in una scodella da parte. Ora preparare una besciamella che dovrà risultare abbastanza liquida: In una casseruola mettere gr 80 di burro e la farina. Su fuoco dolce far sciogliere il burro e mescolarlo alla farina tostandola per due minuti. Aggiungere appena un poco di latte, mescolare e farlo incorporare alla farina ed al burro. Non appena ciò è avvenuto aggiungere un altro poco di latte, un buon pizzico di sale fino, mescolando sempre. E così via, sempre con piccole aggiunte di latte da fare quando si sta mano a mano incorporando nella salsa. In questa maniera si eviteranno i grumi della farina. Fare assorbire tutto il latte, togliendo al termine la casseruola dal fuoco e continuando a mescolare per un paio di minuti perchè il fondo bollente continuerà a cuocere la besciamella, rischiando di bruciarla. Quindi metterla a parte.
Ora mettere sul fuoco forte una pentola con acqua salata e quando bolle immergere i tagliolini. Se il tempo di cottura esposto sulla confezione sarà di minuti 6, togliere la pentola dal fuoco a 4 minuti dalla ripresa del bollore, scolare i tagliolini e versarli temporaneamente in una zuppiera nella quale avrete precedentemente messo i restanti 40 grammi di burro; quindi rimestare velocemente, per ungerli tutti, evitando che si attacchino tra di loro.
Ora tutti gli ingredienti sono pronti e si può assemblare la crostata. Ungere l'interno della pirofila con una spennellata di olio di oliva. Sul fondo distribuire un primo strato di tagliolini. Sopra spargere qualche cucchiaiata di formaggio grattugiato e dei tocchetti di fiordilatte. Quindi distribuire uno strato di salsa con la carne tritata, qualche cucchiaio qua e là di besciamella, quindi di nuovo tagliolini e continuare così, fino a terminare l'ultimo strato ricoprendolo con la restante besciamella.
Mettere la pirofila in forno già caldo a 180° per 45 minuti e portarla in tavola su di un vassoio, evitando pericolose scottature.
martedì 9 dicembre 2008
I FALSI ALIMENTARI = 3 = UN OLIO BIOLOGICO DAL RETROGUSTO DI SPAZZATURA!
Oggi limito il mio commento ad un episodio di recente avvenuto a Grumo Appula. La Forestale di Bari ha scoperto ulivi piantati e cresciuti in una discarica di rifiuti speciali!! L'Azienda in questione, su questi particolari terreni, aveva di già ricevuto dalle competenti Autorità la certificazione di olio biologico, e dal 2005 anche gli aiuti dalla Comunità Europea. Quindi le bottiglie di quest'olio extra vergine d'oliva potevano anche fregiarsi della dicitura "Olio biologico" . Meno male che le ispezioni ed i controlli sulla filiera agroalimentare si sono intensificati, rendendo più difficile la vita ai falsari ! Tornerò ancora a parlare dell'olio extra vergine d'oliva .
venerdì 5 dicembre 2008
LA MARMELLATA DI ARANCE fatta in casa : salutare ed economica
E' un discorso un pò lungo ma molto interessante, quindi vi prego di seguirmi!
Secondo i sacri testi della cucina, sembra che il nome "marmellata" si debba dare soltanto a quella prodotta con agrumi, siano arance, limoni, cedri, mandarini o clementine. Tutte le altre dovrebbero chiamarsi "confetture". E va bene, lo accettiamo. E' anche da ricordare che in questi mesi freddi nei quali ci troviamo, vi è un'abbondante produzione di arance acquistabili ad un prezzo più che ragionevole. In questo periodo dell'anno ho spesso preparato notevoli quantità di marmellata d'arance, regalandola il più delle volte, ed è stata sempre molto gradita dai miei amici.
Vorrei quindi proporvi la mia ricetta, già sperimentata più volte.
Ma prima di inoltrami nell'elencazione dei pochi ingredienti necessari e nel procedimento, vorrei farvi riflettere su cosa voi comprate e quanto pagate in media un barattolo di marmellata, in un supermercato della media e grande distribuzione. Una barattolo di una buona e nota marca vi costa per gr 600 Euro 2,40; di una un pò meno nota , per gr 400, Euro 1,75. Ciò significa che noi paghiamo un prezzo che oscilla tra Euro 4,00 e Euro 4,50 per un chilo di prodotto.
In un barattolo che noi acquistiamo sul mercato, sia di marmellata che di confetture generalmente vi è dal 35% al 50% di frutta; il resto è zucchero, talvolta aromi, e poi conservanti e coloranti consentiti dalla legge. Cominciamo quindi con il considerare che lo zucchero costa, in un supermercato, in media Euro 1/per kg, centesimo più o meno, mentre in questi giorni le arancie costano al Kg. da Euro 1 a Euro 1,50. Quindi ad un primo confronto, una marmellata da voi prodotta in casa vi costa Euro 0,50 di zucchero, Euro 0,75 di arance e qualche centesimo di Euro per il gas che avrete consumato per cuocerle. Il barattolo di vetro, se acquistato nuovo vi costerà forse Euro 1, ma se riciclate uno di quelli che già avete in casa non vi costa nulla. Quindi produrre in casa la marmellata vi costa un terzo del suo prezzo di acquisto, e non consideriamo poi la migliore qualità della vostra, che non contiene conservanti, coloranti ed aromi e poi è fatta con frutta matura, da voi selezionata.
Ma ora fate attenzione, perché per fare una marmellata abbastanza genuina, non dovete acquistare le arancie normali, cioè quelle lucide, alcune delle quali sono avvolte in una leggera carta velina colorata, che vengono nel migliore dei casi dalla Sicilia, oppure fanno un viaggio molto più lungo, proveniendo dalla Spagna, Libia, Marocco, Algeria, Egitto, Costa d'avorio, e perfino da alcuni Paesi del Sud America. Queste arancie che vedete lucide, dopo essere state raccolte sono portate al confezionamento, dove con appositi macchinari vengono lavate, spazzolate e poi, udite udite, vengono spruzzate con un velo di paraffina, cioé con una cera industriale non prodotta dalla api ma dagli idrocarburi, quindi asciugate e confezionate nelle cassette per essere poi trasportate oltremare.
Il velo protettivo di paraffina serve ad evitare che, durante i tanti giorni di viaggio e poi nel corso del periodo di conservazione nelle celle frigorifere (a volte per metterle sul mercato si attende il momento più opportuno quando le quotazioni di vendita sono al rialzo), venga ad asciugarsi la buccia, sia perdendo peso, che la lucentezza della pelle che potrebbe divenire rugosa, antiestetica e poco invitante, si, proprio come la pelle di una persona molto ma molto anziana che si è disidratata perché a lungo esposta al sole !!
Quindi, come in precedenza vi facevo notare alcune arance sono avvolte in una leggera velina, non per abbellirle, ma per nascondere proprio quei frutti che hanno alcune piccole macchie sulla buccia, causate da un colpo di freddo o traumatizzate da un ramo. Queste arance sono ottime per fare una spremuta, per mangiarle dopo averle sbucciate, ma non sono adatte per fare una marmellata utilizzando anche la buccia, necessaria per dare sapore, aroma naturale e consistenza al prodotto finale.
Tra l'altro, per limitare l'inquinamento prodotto dai gas di scarico degli autotreni, noi dovremmo consumare prodotti non dico a chilometri zero, (anche perché nel Nord Italia le arance non crescono, dato il particolare clima,) ma comunque rivolgersi verso quelle nazionali, più vicine alle nostre zone di produzione quali Lazio, Basilicata, Puglia, Sicilia, evitando quelle d'importazione.
La nostra legislazione in materia, vieta in alcuni casi l'impiego di antiparassitari particolarmente velenosi e nocivi per l'uomo anche a distanza di tempo, ma non ci è dato sapere se i produttori di arance siti in altri Paesi dell'Area Mediterranea, del Nord Africa o del Sud America siano o meno sottoposti ad uguali norme restrittive.
E poi non dimentichiamo che i veleni ed i pesticidi spruzzati sulla buccia, potrebbero anche penetrare all'interno del frutto, potendo così risultare dannosi per la nostra salute.
Quindi dovremmo acquistare delle arance prodotte nella nostra nazione, sia pure con la buccia ricoperta di paraffina, per le sole spremute d'arancia, ed arance (chiamate di giardino) che abbiamo ancora il picciuolo con qualche eventuale foglia attaccata, quando vogliamo preparare della marmellata e quindi utilizzare anche la buccia.
Fatte queste premesse veniamo alla preparazione: Lavare accuratamente i barattoli di vetro nei quali verrà introdotta e conservata la marmellata; asciugarli e controllare che i coperchi non presentino lesioni e siano integri. Lavare le arance utilizzando uno spazzolino delle unghie pulito, asciugarle e sbucciarle, tenendo da parte la polpa. Tagliare la buccia a sottili striscioline da mm 2 di spessore, fare bollire in acqua per 5 minuti, sciacquare sotto l'acqua corrente e fare ben sgocciolare. Tagliare a pezzi gli spicchi delle arance già sbucciate, eliminare eventuali semi, e pesarli insieme alle bucce. Mettere il tutto in una pentola, con una proporzione di un kg di zucchero per ogni kg di frutta, e cuocere su fuoco medio, rimestando di continuo.
Dopo circa 30 minuti, togliere la pentola dal fuoco, e facendo attenzione al composto liquido bollente, con un piccolo coppino riempire subito ogni barattolo fino all'orlo, facendo appena debordare qualche goccia, porre sopra il coperchio, tenere ben stretto il barattolo con un canovaccio o con un guanto e chiuderlo girando con forza. Quando ci si è assicurati che è ben chiuso capovolgere il barattolo e passarlo sotto l'acqua corrente. Lasciarlo capovolto fino a che non si raffreddi naturalmente.
La marmellata è pronta e la troverete molto più buona di quella acquistata.
P.S. Una piccola variante. Procuratevi due limoni freschi, con la scorza sana, lavateli accuratamente (con lo spazzolino), sbucciateli e tagliate la buccia a striscioline ancora più sottili, (mm 1 di spessore) e senza bollirle precedentemente aggiungetele al composto di zucchero ed arancia che sta cuocendo. La marmellata sarà ancora più gradevole, ben aromatizzata, e mangiandone un cucchiaino al termine del pasto, agevolerà la vostra digestione.
P.S. Un'altra importante avvertenza: quando aprite un barattolo ed iniziate a consumarlo, è preferibile conservarlo in frigo, perché non avendo messo nel composto dei conservanti, ma solo zucchero e frutta, potrebbero formarsi delle piccole muffe sullo strato superiore della composta.
Secondo i sacri testi della cucina, sembra che il nome "marmellata" si debba dare soltanto a quella prodotta con agrumi, siano arance, limoni, cedri, mandarini o clementine. Tutte le altre dovrebbero chiamarsi "confetture". E va bene, lo accettiamo. E' anche da ricordare che in questi mesi freddi nei quali ci troviamo, vi è un'abbondante produzione di arance acquistabili ad un prezzo più che ragionevole. In questo periodo dell'anno ho spesso preparato notevoli quantità di marmellata d'arance, regalandola il più delle volte, ed è stata sempre molto gradita dai miei amici.
Vorrei quindi proporvi la mia ricetta, già sperimentata più volte.
Ma prima di inoltrami nell'elencazione dei pochi ingredienti necessari e nel procedimento, vorrei farvi riflettere su cosa voi comprate e quanto pagate in media un barattolo di marmellata, in un supermercato della media e grande distribuzione. Una barattolo di una buona e nota marca vi costa per gr 600 Euro 2,40; di una un pò meno nota , per gr 400, Euro 1,75. Ciò significa che noi paghiamo un prezzo che oscilla tra Euro 4,00 e Euro 4,50 per un chilo di prodotto.
In un barattolo che noi acquistiamo sul mercato, sia di marmellata che di confetture generalmente vi è dal 35% al 50% di frutta; il resto è zucchero, talvolta aromi, e poi conservanti e coloranti consentiti dalla legge. Cominciamo quindi con il considerare che lo zucchero costa, in un supermercato, in media Euro 1/per kg, centesimo più o meno, mentre in questi giorni le arancie costano al Kg. da Euro 1 a Euro 1,50. Quindi ad un primo confronto, una marmellata da voi prodotta in casa vi costa Euro 0,50 di zucchero, Euro 0,75 di arance e qualche centesimo di Euro per il gas che avrete consumato per cuocerle. Il barattolo di vetro, se acquistato nuovo vi costerà forse Euro 1, ma se riciclate uno di quelli che già avete in casa non vi costa nulla. Quindi produrre in casa la marmellata vi costa un terzo del suo prezzo di acquisto, e non consideriamo poi la migliore qualità della vostra, che non contiene conservanti, coloranti ed aromi e poi è fatta con frutta matura, da voi selezionata.
Ma ora fate attenzione, perché per fare una marmellata abbastanza genuina, non dovete acquistare le arancie normali, cioè quelle lucide, alcune delle quali sono avvolte in una leggera carta velina colorata, che vengono nel migliore dei casi dalla Sicilia, oppure fanno un viaggio molto più lungo, proveniendo dalla Spagna, Libia, Marocco, Algeria, Egitto, Costa d'avorio, e perfino da alcuni Paesi del Sud America. Queste arancie che vedete lucide, dopo essere state raccolte sono portate al confezionamento, dove con appositi macchinari vengono lavate, spazzolate e poi, udite udite, vengono spruzzate con un velo di paraffina, cioé con una cera industriale non prodotta dalla api ma dagli idrocarburi, quindi asciugate e confezionate nelle cassette per essere poi trasportate oltremare.
Il velo protettivo di paraffina serve ad evitare che, durante i tanti giorni di viaggio e poi nel corso del periodo di conservazione nelle celle frigorifere (a volte per metterle sul mercato si attende il momento più opportuno quando le quotazioni di vendita sono al rialzo), venga ad asciugarsi la buccia, sia perdendo peso, che la lucentezza della pelle che potrebbe divenire rugosa, antiestetica e poco invitante, si, proprio come la pelle di una persona molto ma molto anziana che si è disidratata perché a lungo esposta al sole !!
Quindi, come in precedenza vi facevo notare alcune arance sono avvolte in una leggera velina, non per abbellirle, ma per nascondere proprio quei frutti che hanno alcune piccole macchie sulla buccia, causate da un colpo di freddo o traumatizzate da un ramo. Queste arance sono ottime per fare una spremuta, per mangiarle dopo averle sbucciate, ma non sono adatte per fare una marmellata utilizzando anche la buccia, necessaria per dare sapore, aroma naturale e consistenza al prodotto finale.
Tra l'altro, per limitare l'inquinamento prodotto dai gas di scarico degli autotreni, noi dovremmo consumare prodotti non dico a chilometri zero, (anche perché nel Nord Italia le arance non crescono, dato il particolare clima,) ma comunque rivolgersi verso quelle nazionali, più vicine alle nostre zone di produzione quali Lazio, Basilicata, Puglia, Sicilia, evitando quelle d'importazione.
La nostra legislazione in materia, vieta in alcuni casi l'impiego di antiparassitari particolarmente velenosi e nocivi per l'uomo anche a distanza di tempo, ma non ci è dato sapere se i produttori di arance siti in altri Paesi dell'Area Mediterranea, del Nord Africa o del Sud America siano o meno sottoposti ad uguali norme restrittive.
E poi non dimentichiamo che i veleni ed i pesticidi spruzzati sulla buccia, potrebbero anche penetrare all'interno del frutto, potendo così risultare dannosi per la nostra salute.
Quindi dovremmo acquistare delle arance prodotte nella nostra nazione, sia pure con la buccia ricoperta di paraffina, per le sole spremute d'arancia, ed arance (chiamate di giardino) che abbiamo ancora il picciuolo con qualche eventuale foglia attaccata, quando vogliamo preparare della marmellata e quindi utilizzare anche la buccia.
Fatte queste premesse veniamo alla preparazione: Lavare accuratamente i barattoli di vetro nei quali verrà introdotta e conservata la marmellata; asciugarli e controllare che i coperchi non presentino lesioni e siano integri. Lavare le arance utilizzando uno spazzolino delle unghie pulito, asciugarle e sbucciarle, tenendo da parte la polpa. Tagliare la buccia a sottili striscioline da mm 2 di spessore, fare bollire in acqua per 5 minuti, sciacquare sotto l'acqua corrente e fare ben sgocciolare. Tagliare a pezzi gli spicchi delle arance già sbucciate, eliminare eventuali semi, e pesarli insieme alle bucce. Mettere il tutto in una pentola, con una proporzione di un kg di zucchero per ogni kg di frutta, e cuocere su fuoco medio, rimestando di continuo.
Dopo circa 30 minuti, togliere la pentola dal fuoco, e facendo attenzione al composto liquido bollente, con un piccolo coppino riempire subito ogni barattolo fino all'orlo, facendo appena debordare qualche goccia, porre sopra il coperchio, tenere ben stretto il barattolo con un canovaccio o con un guanto e chiuderlo girando con forza. Quando ci si è assicurati che è ben chiuso capovolgere il barattolo e passarlo sotto l'acqua corrente. Lasciarlo capovolto fino a che non si raffreddi naturalmente.
La marmellata è pronta e la troverete molto più buona di quella acquistata.
P.S. Una piccola variante. Procuratevi due limoni freschi, con la scorza sana, lavateli accuratamente (con lo spazzolino), sbucciateli e tagliate la buccia a striscioline ancora più sottili, (mm 1 di spessore) e senza bollirle precedentemente aggiungetele al composto di zucchero ed arancia che sta cuocendo. La marmellata sarà ancora più gradevole, ben aromatizzata, e mangiandone un cucchiaino al termine del pasto, agevolerà la vostra digestione.
P.S. Un'altra importante avvertenza: quando aprite un barattolo ed iniziate a consumarlo, è preferibile conservarlo in frigo, perché non avendo messo nel composto dei conservanti, ma solo zucchero e frutta, potrebbero formarsi delle piccole muffe sullo strato superiore della composta.
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