Una simpatica e affezionata lettrice (di cui non dirò il nome) mi ha raccontato che la mamma ha preparato i "rococò" a casa. Sono riusciti tanto duri che dopo aver tentato di mangiarli, e cioè neanche buoni da ammorbidire nel latte, hanno dovuto gettarli via.
Mi ha quindi chiesto di venire in aiuto della mamma (che è rimasta tanto male ed avvilita da rischiare di andare "in depressione") e cercare una ricetta che riuscisse meglio.
Io qui vi riporterò una ricetta che tempo addietro (40 anni fa) mi era stata dettata da un pasticciere napoletano, il quale mi raccontò che di solito a lui venivano bene, ma devo confessarvi che non ho mai preparato dei rococò. E' uno dei dolci natalizi napoletani che di solito si mangiano al termine della "cena della vigilia" , alternandoli ad altri dolci, quali la "sapienza" , i "mostacciuoli", i "raffioli" semplici e con cassata, i "susamielli" e con i famosi "struffoli" .
Questi ultimi li ho descritti tempo addietro, e se siete interessati , sul motore di ricerca li troverete certamente (prima pagina del blog in alto a destra).
Comunque, pur essendo lontani da Natale ed approssimandoci alla Pasqua tra un paio di mesi, non me la sento di fare attendere dieci mesi la mia lettrice e quindi vi riporto la ricetta. Chiarirò a tutti che bisogna stare attenti a non mescolare insieme alla farina del cemento in polvere o del vinavil, altrimenti le cose andranno peggio di prima. E fare anche attenzione al collante della dentiera della nonna perché, mi hanno detto, che non perdona!
Ritengo che questo dolci, che in realtà sono sempre stati un poco duri da rompere a morsi, siano stati inventati da qualche dentista che era scarso di clienti. E' una cattiveria, un pò come quella che un tempo si diceva sui "gommisti" quando si bucava una ruota dell'auto. Che andassero di notte a seminare dei lunghi chiodi, così che la mattina bisognava ricorrere al loro intervento!
INGREDIENTI: mandorle con la pelle gr 100; farina gr 250; zucchero gr 250; acqua 3 cucchiai; cedro e scorzette candite gr 100; cannella 1/2 cucchiaino; la buccia grattugiata di un'arancia; 1/4 di bustina di lievito per dolci; uovo 1 sbattuto e spennellato(da non mettere nell'impasto) per dorare i rococò quando sono ancora crudi sulla piastra del forno).
PROCEDIMENTO: mettere nel forno appena caldo le mandorle con la pelle e cuocere per 5 minuti, quindi tritarle e tenerle da parte. Sul piano da lavoro disporre la farina a fontana e mettere al centro lo zucchero, i canditi ridotti a pezzettini, la cannella, il lievito, la buccia dell'arancia e poca acqua. Cominciare ad impastare sino ad ottenere una pasta di media consistenza, abbastanza dura da non attaccarsi al tavolo. Dividere la pasta in 12 pezzi uguali e formare con ognuno di essi un bastoncino quanto un dito, che chiuderete poi a ciambella.
Metterli sulla carta da forno nella placca del forno, l'uno distante dall'altro due o tre centimetri , perchè crescendo la pasta, non si attacchino tra di loro. Poi sbattere in una terrina l'uovo e con un pennello dipingere la parte superiore, che diventerà in cottura color mattone.
Infornare per 10 minuti in forno a 140° e tirarli fuori non appena li vedrete imbionditi.
Mi ha quindi chiesto di venire in aiuto della mamma (che è rimasta tanto male ed avvilita da rischiare di andare "in depressione") e cercare una ricetta che riuscisse meglio.
Io qui vi riporterò una ricetta che tempo addietro (40 anni fa) mi era stata dettata da un pasticciere napoletano, il quale mi raccontò che di solito a lui venivano bene, ma devo confessarvi che non ho mai preparato dei rococò. E' uno dei dolci natalizi napoletani che di solito si mangiano al termine della "cena della vigilia" , alternandoli ad altri dolci, quali la "sapienza" , i "mostacciuoli", i "raffioli" semplici e con cassata, i "susamielli" e con i famosi "struffoli" .
Questi ultimi li ho descritti tempo addietro, e se siete interessati , sul motore di ricerca li troverete certamente (prima pagina del blog in alto a destra).
Comunque, pur essendo lontani da Natale ed approssimandoci alla Pasqua tra un paio di mesi, non me la sento di fare attendere dieci mesi la mia lettrice e quindi vi riporto la ricetta. Chiarirò a tutti che bisogna stare attenti a non mescolare insieme alla farina del cemento in polvere o del vinavil, altrimenti le cose andranno peggio di prima. E fare anche attenzione al collante della dentiera della nonna perché, mi hanno detto, che non perdona!
Ritengo che questo dolci, che in realtà sono sempre stati un poco duri da rompere a morsi, siano stati inventati da qualche dentista che era scarso di clienti. E' una cattiveria, un pò come quella che un tempo si diceva sui "gommisti" quando si bucava una ruota dell'auto. Che andassero di notte a seminare dei lunghi chiodi, così che la mattina bisognava ricorrere al loro intervento!
INGREDIENTI: mandorle con la pelle gr 100; farina gr 250; zucchero gr 250; acqua 3 cucchiai; cedro e scorzette candite gr 100; cannella 1/2 cucchiaino; la buccia grattugiata di un'arancia; 1/4 di bustina di lievito per dolci; uovo 1 sbattuto e spennellato(da non mettere nell'impasto) per dorare i rococò quando sono ancora crudi sulla piastra del forno).
PROCEDIMENTO: mettere nel forno appena caldo le mandorle con la pelle e cuocere per 5 minuti, quindi tritarle e tenerle da parte. Sul piano da lavoro disporre la farina a fontana e mettere al centro lo zucchero, i canditi ridotti a pezzettini, la cannella, il lievito, la buccia dell'arancia e poca acqua. Cominciare ad impastare sino ad ottenere una pasta di media consistenza, abbastanza dura da non attaccarsi al tavolo. Dividere la pasta in 12 pezzi uguali e formare con ognuno di essi un bastoncino quanto un dito, che chiuderete poi a ciambella.
Metterli sulla carta da forno nella placca del forno, l'uno distante dall'altro due o tre centimetri , perchè crescendo la pasta, non si attacchino tra di loro. Poi sbattere in una terrina l'uovo e con un pennello dipingere la parte superiore, che diventerà in cottura color mattone.
Infornare per 10 minuti in forno a 140° e tirarli fuori non appena li vedrete imbionditi.
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