I nostri fornitori abituali, si adeguano quindi ad una tendenza , per motivi di risparmio di tempo e di risorse, a quanto già da anni avviene nelle nostre case. Ricordiamo che negli anni '50 la "pasta fresca" , cioè i tagliolini, le lasagne, gli gnocchi, i tortellini, e così via, si faceva quasi tutta tra le mura domestiche; oggi soltanto il 4% della pasta fresca si fa in casa, come una volta. Il resto è acquistato già pronto.
E che dire di una pasta sfoglia o di una pasta frolla, disponibile sul banco frigo del supermercato, per preparare una crostata dolce o una pizza salata ? Ma come la volete, rotonda, quadrata o rettangolare, basta scegliere.......e poi chiudete un occhio, anzi tutti e due, sugli ingredienti, sui grassi spesso idrogenati, sui coloranti, sui conservanti, sui ritardanti, sui glucosanti. L'importante è poi affidarsi..... ai Santi!!!
Mi tornò allora in mente cosa avevo letto su "Il Corriere della Sera" di qualche giorno prima: Il celebre cuoco francese pluristellato Michelin ALAIN DUCASSE aveva dichiarato che : "Sui 150 mila ristoranti francesi, il 75% si limita ad offrire "piatti industriali, preconfezionati" mentre gli altri lottano per riuscire a proporre prodotti freschi, di produzione propria."
Il grande chef tre stelle e altri celebri cuochi da Paul Bocuse a Joel Robuchon, riuniti nel "Collège culinaire de France" hanno presentato ieri la nuova denominazione "Restaurant de qualité" : una placca in smalto messa all'entrata dei locali francesi che indicherà che lì non ci si limita a riscaldare pietanze precotte.
Infatti negli ultimi anni la cucina francese è stata messa spesso sotto accusa a causa delle critiche piovute da molte parti sul livello medio dei ristoranti francesi, perchè la produzione industriale sta togliendo sempre più spazio a quella artigianale.
Non sono molti - continua l'articolo del Corriere - che hanno una vera cucina con chef, assistenti, e magari un pasticciere addetto ai dessert.
Spesso le tante (di numero) pietanze offerte sul menù del locale, sono comprate dai grandi distributori all'ingrosso, come METRO, DAVIGEL o TRANSGOURMET, specializzati nell'offerta di prodotti già pronti per essere portati in tavola.
Insomma gli chef francesi seri, cercano in questa maniera di salvaguardare la reputazione della Francia come luogo del savoir vivre !
I cuochi del "Collège culinaire de France" pensano che oggi circa 10 mila ristoranti francesi potrebbero chiedere ed ottenere la targa.
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