Siamo ormai in inverno, mancano poche ore all'inizio del mese di dicembre e quindi un risotto carico di calorie può essere ben gradito anche dai patiti della ...linea e può anche essere considerato un piatto unico. Poi può seguire soltanto un pò di insalata e basta!
E' un piatto abbastanza veloce da farsi, utilizzando pomodori a pezzettoni o pelati (1 scatola), dei fagioli cannellini (1 scatola) , la salsiccia che si cuoce in una padellina in 10 minuti, un dado da brodo, una noce di burro ed una cipollina.
Lo avete un frullatore ad immersione, quello che in un minuto vi riduce a purea i fagioli? Se non lo avete basterà schiacciarli con un buon mestolo di legno contro la parete di una terrina ed il gioco è fatto. Allora mi seguite?
INGREDIENTI per 4 persone: riso Arborio Superfino o Ribe gr 300; pomodoro a pezzettoni o pelati gr 480 (incluso liquido di governo); fagioli cannellini pronti gr 370 (frutto sgocciolato gr 240); salsiccie di maiale fresche gr 250; dado da brodo 1; cipolla gr 100; olio extra vergine d'oliva 2 cucchiai; burro gr 30; formaggio parmigiano grattugiato gr 150. (Non comprate mai le buste di formaggi già grattugiati tipo gran-mix: non saprete mai cosa vi hanno propinato. Magari fatevelo grattugiare davanti a voi al banco dei formaggi! Ascoltate i miei consigli!)
PROCEDIMENTO: mettere in una padellina l'olio e la cipolla tagliata a velo, fatela appena imbiondire a fuoco dolce ed aggiungete le salsiccie. Pungetele con la forchetta, aggiungete un bicchiere d'acqua ed alzate un pò il fuoco.
Mettere in una ciotola i fagioli e con il frullatore ad immersione riduceteli, in un mezzo minuto, a crema. Preparare con cc 500 di acqua calda un brodo con il dado.
Venti minuti prima di andare a tavola iniziate la preparazione, mettendo il riso in un tegame con metà del brodo, aggiungete dopo cinque minuti il pomodoro, mescolate ed iniziate la cottura, rimestando ogni tanto; aggiungete il resto del brodo, i fagioli ridotti a crema , rimestate ancora e tagliate la salsiccia a fettine da cm 1 di spessore; a 15 minuti dall'inizio aggiungete la salsiccia con il suo fondo di cottura, cuocete ancora fino a portare al giusto grado di cottura il riso, e prima di passarlo nel piatto di portata versategli dentro il burro ed il parmigiano mescolando ancora velocemente. (Nel caso risultasse troppo asciutto aggiungete una mezza tazza d'acqua calda, a vostro giudizio!)
Portarlo in tavola ben caldo.
martedì 30 novembre 2010
sabato 27 novembre 2010
PENNE GRANDI ALLA BESCIAMELLA E FORMAGGI AL FORNO. OTTIMO PIATTO PER UNA DOMENICA IN FAMIGLIA
Sono diventate sempre più rare le riunioni per il pranzo domenicale in famiglia. Un tempo ( quando i telefonini cellulari non esistevano ancora ), nelle case del Sud Italia il famoso ragù con carni di manzo, di maiale, polpa e concentrato di pomodoro veniva preparato dal giorno prima, facendolo cuocere per oltre sei ore. Era veramente un rito, le famiglie erano più numerose di adesso ed in tale occasione i commensali si scambiavano le notizie di fidanzamenti, di nascite, di scomparsa prematura della bisnonna all'età di oltre novant'anni.
Oggi nelle case si rimane in pochi, i più vanno a lavorare fuori, al Nord, all'estero, si convive e non ci si sposa e talvolta il figlio maschio diserta le riunioni domenicale per non presentare ai suoi la sua nuova "compagna" ! Ed ovviamente lo stesso può avvenire per una figlia femmina, perchè per fortuna ora vi è la parità dei sessi.
Le conseguenze in alcune famiglie sono quasi drammatiche: diventa inutile cucinare per sei ore un meticoloso ragù, quando poi ci si siede a tavola in cinque o sei al massimo e bisogna fare presto perché c'é la partita di pallone in TV per papà, o la mamma ha da vedere su un altro canale una lacrimevole soap-opera con i suoi attori preferiti, ed i più piccoli vogliono vedere i cartoni animati giapponesi, e quindi è tutto un vero scombino.
La televisione che ci ha portato tante cose interessanti e che ci fa spesso compagnia, talvolta bisognerebbe spegnerla.
Ed allora partecipiamo di buon grado ad un pranzo veloce, preparato sì ad arte, ma poi tutti via, ognuno alla propria casa e non trasformiamo le riunioni della domenica in un campo di battaglia con tanti scontenti.
E così in questi casi la pasta al forno con la besciamella ed i formaggi risolve tutto, diventa un classico che si può preparare in meno di mezz'ora, cuoce un'altra mezz'ora a forno forte e poi magari prepariamo per secondo piatto delle semplici cotolette impanate e fritte, o delle salsicce e friarielli (broccoletti amari soffritti in padella con aglio e olio) e patate già lessate e poi messe nel forno a rosolare mentre si attende che arrivi a temperatura, per perfezionare con una forte cottura il primo piatto.
Tanto si sa già che i dolci li porta l'immancabile zio, ospite fisso scapolo che tutti coccolano aspettandosi una vaga eredità, il quale dopo il terzo bicchiere di vino, prima ancora che la frutta sia in tavola, è già pronto a sdraiarsi sul divano dove terminerà russando, il suo inutile pomeriggio, ma almeno lontano dalla televisione.
INGREDIENTI: (per sei persone): penne grandi gr 750; provolone dolce gr 150; fontina valdostana gr 150; parmigiano gr 100. Per la besciamella : farina 6 cucchiai colmi; burro gr 100;
latte fresco intero cc 1.500; sale.
PROCEDIMENTO: in un capace tegame preparare una besciamella (mai comprare quella già pronta che ha un orribile sapore di latte condensato) mettendo il burro, la farina, un pizzichino di sale, e su fuoco dolce farla tostare rimestando con un mestolo di legno. Dopo un paio di minuti aggiungere un poco di latte, mescolare ancora, la farina si assorbe il latte ed allora versarne ancora un altro poco, e il composto comincia a gonfiarsi, rimestare, e quando si è asciugato il liquido continuare così, fino a finire il latte ed ottenere una consistenza abbastanza liquida.
Togliere dal fuoco, rimestare ancora per un minuto, perché il fondo bollente continua la cottura e tenere da parte. Grattugiare il parmigiano e mescolarlo alla besciamella rimestando velocemente ancora per un mezzo minuto.
Tagliare a sottili scaglie i due formaggi, dopo aver eliminato la eventuale scorza!
Mettere sul fuoco l'acqua salata, quando bolle mettere dentro le penne e scolarle molto, ma molto al dente. Continueranno la cottura nel forno. Mettere le penne in una zuppiera, aggiungere tutta la besciamella e rimestare.
Tagliare a sottili striscioline i due formaggi. In una capace pirofila, che poi sarà portata in tavola, mettere un primo strato di penne ben condite dalla besciamella. Poi sopra distribuire una parte di striscioline di formaggio, poi altra pasta, altro formaggio e poi finire con le penne pressandole un pò per eliminare i vuoti.
Mezz'ora prima di andare in tavola mettere la pirofila in forno già a 180° per 30 minuti e poi tirarla fuori quando vedrete la crosticina superiore un pò bruciacchiata.
E' la parte migliore da mangiare. Servire subito le penne ben calde, sperando che siano sufficienti per tutti. La prossima volta preparatene un pò di più. Sono ottime anche il giorno seguente, riscaldate nel forno a microonde ! (Così le mangeremo proprio a pranzo, tra 30 minuti, soli soletti mia moglie ed io, ma non lo dite a nessuno......... con la televisione accesa!)
P.S. Due piccole varianti: 1) Potete sostituire uno dei due formaggi con gr 150 di prosciutto cotto o mortadella tagliandola a striscioline e mescolandola insieme tra uno strato e l'altro.
2) Potete aggiungere dei Pisellini Primavera ( gr 400) surgelati, passati per 15 minuti in un tegamino nel quale avrete messo una mezza cipolla tagliata a velo ed un paio di cucchiai di olio extra vergine d'oliva o gr 30 di burro, ovviamente su fuoco medio. Quindi i pisellini cotti vanno distribuiti tra uno strato e l'altro.
Oggi nelle case si rimane in pochi, i più vanno a lavorare fuori, al Nord, all'estero, si convive e non ci si sposa e talvolta il figlio maschio diserta le riunioni domenicale per non presentare ai suoi la sua nuova "compagna" ! Ed ovviamente lo stesso può avvenire per una figlia femmina, perchè per fortuna ora vi è la parità dei sessi.
Le conseguenze in alcune famiglie sono quasi drammatiche: diventa inutile cucinare per sei ore un meticoloso ragù, quando poi ci si siede a tavola in cinque o sei al massimo e bisogna fare presto perché c'é la partita di pallone in TV per papà, o la mamma ha da vedere su un altro canale una lacrimevole soap-opera con i suoi attori preferiti, ed i più piccoli vogliono vedere i cartoni animati giapponesi, e quindi è tutto un vero scombino.
La televisione che ci ha portato tante cose interessanti e che ci fa spesso compagnia, talvolta bisognerebbe spegnerla.
Ed allora partecipiamo di buon grado ad un pranzo veloce, preparato sì ad arte, ma poi tutti via, ognuno alla propria casa e non trasformiamo le riunioni della domenica in un campo di battaglia con tanti scontenti.
E così in questi casi la pasta al forno con la besciamella ed i formaggi risolve tutto, diventa un classico che si può preparare in meno di mezz'ora, cuoce un'altra mezz'ora a forno forte e poi magari prepariamo per secondo piatto delle semplici cotolette impanate e fritte, o delle salsicce e friarielli (broccoletti amari soffritti in padella con aglio e olio) e patate già lessate e poi messe nel forno a rosolare mentre si attende che arrivi a temperatura, per perfezionare con una forte cottura il primo piatto.
Tanto si sa già che i dolci li porta l'immancabile zio, ospite fisso scapolo che tutti coccolano aspettandosi una vaga eredità, il quale dopo il terzo bicchiere di vino, prima ancora che la frutta sia in tavola, è già pronto a sdraiarsi sul divano dove terminerà russando, il suo inutile pomeriggio, ma almeno lontano dalla televisione.
INGREDIENTI: (per sei persone): penne grandi gr 750; provolone dolce gr 150; fontina valdostana gr 150; parmigiano gr 100. Per la besciamella : farina 6 cucchiai colmi; burro gr 100;
latte fresco intero cc 1.500; sale.
PROCEDIMENTO: in un capace tegame preparare una besciamella (mai comprare quella già pronta che ha un orribile sapore di latte condensato) mettendo il burro, la farina, un pizzichino di sale, e su fuoco dolce farla tostare rimestando con un mestolo di legno. Dopo un paio di minuti aggiungere un poco di latte, mescolare ancora, la farina si assorbe il latte ed allora versarne ancora un altro poco, e il composto comincia a gonfiarsi, rimestare, e quando si è asciugato il liquido continuare così, fino a finire il latte ed ottenere una consistenza abbastanza liquida.
Togliere dal fuoco, rimestare ancora per un minuto, perché il fondo bollente continua la cottura e tenere da parte. Grattugiare il parmigiano e mescolarlo alla besciamella rimestando velocemente ancora per un mezzo minuto.
Tagliare a sottili scaglie i due formaggi, dopo aver eliminato la eventuale scorza!
Mettere sul fuoco l'acqua salata, quando bolle mettere dentro le penne e scolarle molto, ma molto al dente. Continueranno la cottura nel forno. Mettere le penne in una zuppiera, aggiungere tutta la besciamella e rimestare.
Tagliare a sottili striscioline i due formaggi. In una capace pirofila, che poi sarà portata in tavola, mettere un primo strato di penne ben condite dalla besciamella. Poi sopra distribuire una parte di striscioline di formaggio, poi altra pasta, altro formaggio e poi finire con le penne pressandole un pò per eliminare i vuoti.
Mezz'ora prima di andare in tavola mettere la pirofila in forno già a 180° per 30 minuti e poi tirarla fuori quando vedrete la crosticina superiore un pò bruciacchiata.
E' la parte migliore da mangiare. Servire subito le penne ben calde, sperando che siano sufficienti per tutti. La prossima volta preparatene un pò di più. Sono ottime anche il giorno seguente, riscaldate nel forno a microonde ! (Così le mangeremo proprio a pranzo, tra 30 minuti, soli soletti mia moglie ed io, ma non lo dite a nessuno......... con la televisione accesa!)
P.S. Due piccole varianti: 1) Potete sostituire uno dei due formaggi con gr 150 di prosciutto cotto o mortadella tagliandola a striscioline e mescolandola insieme tra uno strato e l'altro.
2) Potete aggiungere dei Pisellini Primavera ( gr 400) surgelati, passati per 15 minuti in un tegamino nel quale avrete messo una mezza cipolla tagliata a velo ed un paio di cucchiai di olio extra vergine d'oliva o gr 30 di burro, ovviamente su fuoco medio. Quindi i pisellini cotti vanno distribuiti tra uno strato e l'altro.
venerdì 26 novembre 2010
FARFALLE CON PISELLINI , CHAMPIGNONS (COLTIVATI) E PROSCIUTTO COTTO
Questa volta perdiamo qualche minuto in più per preparare una simpatica pietanza che un tempo, quando si sviluppò la coltivazione dei funghi Champignons in serra, era diventato un piatto classico.
E poi oggi disponiamo dei Pisellini Primavera, dei piselli di piccola misura, surgelati quasi sui luoghi di produzione, che nulla hanno da invidiare a quelli freschi che invece hanno un limitato periodo di maturazione ed un diametro molto vario, da piccolo a grande con conseguenti problemi di cottura.
I funghi coltivati li troviamo ad un prezzo molto conveniente nella Grande Distribuzione e spesso di già puliti dal terriccio ed affettati.
INGREDIENTI: per 4 persone: farfalle (o altro formato corto) gr 500; pisellini Primavera surgelati gr 200; cipolla gr 100; aglio 2 spicchi; funghi Champignons gr 250; prezzemolo 1 ciuffetto; olio extra vergine d'oliva 6 cucchiai; dado da brodo 1; prosciutto cotto gr 100; sale fino.
PROCEDIMENTO: pulire i funghi (nel caso non lo siano di già) con uno straccetto bagnato, eliminare il terriccio dal piede ed affettarli sottilmente. Metterli in una padellina con metà dell'olio, l'aglio appena schiacciato e fare cuocere a fuoco medio con un pizzico di sale, per una decina di minuti. Togliere dal fuoco ed aggiungere il prezzemolo tritato con le forbici, quindi tenere da parte. In un'altra padella più grande (dovrà alla fine ospitare anche le farfalle) mettere la cipolla tagliata a velo, il resto dell'olio e su fuoco dolce farla imbiondire. Aggiungere i pisellini tirati fuori dal freezer, il dado da brodo spezzettato, coprire per 10 minuti, quindi alzare un pò la fiamma e continuare la cottura senza coperchio per altri 10 minuti, quindi togliere dal fuoco. Eliminare l'aglio dai funghi già cotti ed unirli ai pisellini.
Tagliare a striscioline con le forbici il prosciutto cotto ed unirlo ai funghi e piselli.
Poco prima di andare a tavola mettere sul fuoco l'acqua poco salata e quando bolle versarvi dentro le farfalle (o altra pasta corta), scolarla quando è al dente tenendo da parte una tazza di acqua di cottura. Passare la pasta in padella, mescolarla al condimento, metterla su fuoco forte ed aggiungere tutta o parte dell'acqua di cottura. Fare saltare la pasta per due minuti rimestando velocemente, quindi passarla nel piatto di portata e portarla in tavola.
Se gradito, mettere in tavola una formaggiera con parmigiano grattugiato.
P.S. Una piccola variante: al posto dell'acqua di cottura, quando state per rimestare la pasta in padella aggiungere un paio di noci di burro. Da un pò più di sapore e la rende più cremosa, ( però contribuisce a rendere più grasso il condimento, a discapito del colesterolo.....decidete voi!!)
E poi oggi disponiamo dei Pisellini Primavera, dei piselli di piccola misura, surgelati quasi sui luoghi di produzione, che nulla hanno da invidiare a quelli freschi che invece hanno un limitato periodo di maturazione ed un diametro molto vario, da piccolo a grande con conseguenti problemi di cottura.
I funghi coltivati li troviamo ad un prezzo molto conveniente nella Grande Distribuzione e spesso di già puliti dal terriccio ed affettati.
INGREDIENTI: per 4 persone: farfalle (o altro formato corto) gr 500; pisellini Primavera surgelati gr 200; cipolla gr 100; aglio 2 spicchi; funghi Champignons gr 250; prezzemolo 1 ciuffetto; olio extra vergine d'oliva 6 cucchiai; dado da brodo 1; prosciutto cotto gr 100; sale fino.
PROCEDIMENTO: pulire i funghi (nel caso non lo siano di già) con uno straccetto bagnato, eliminare il terriccio dal piede ed affettarli sottilmente. Metterli in una padellina con metà dell'olio, l'aglio appena schiacciato e fare cuocere a fuoco medio con un pizzico di sale, per una decina di minuti. Togliere dal fuoco ed aggiungere il prezzemolo tritato con le forbici, quindi tenere da parte. In un'altra padella più grande (dovrà alla fine ospitare anche le farfalle) mettere la cipolla tagliata a velo, il resto dell'olio e su fuoco dolce farla imbiondire. Aggiungere i pisellini tirati fuori dal freezer, il dado da brodo spezzettato, coprire per 10 minuti, quindi alzare un pò la fiamma e continuare la cottura senza coperchio per altri 10 minuti, quindi togliere dal fuoco. Eliminare l'aglio dai funghi già cotti ed unirli ai pisellini.
Tagliare a striscioline con le forbici il prosciutto cotto ed unirlo ai funghi e piselli.
Poco prima di andare a tavola mettere sul fuoco l'acqua poco salata e quando bolle versarvi dentro le farfalle (o altra pasta corta), scolarla quando è al dente tenendo da parte una tazza di acqua di cottura. Passare la pasta in padella, mescolarla al condimento, metterla su fuoco forte ed aggiungere tutta o parte dell'acqua di cottura. Fare saltare la pasta per due minuti rimestando velocemente, quindi passarla nel piatto di portata e portarla in tavola.
Se gradito, mettere in tavola una formaggiera con parmigiano grattugiato.
P.S. Una piccola variante: al posto dell'acqua di cottura, quando state per rimestare la pasta in padella aggiungere un paio di noci di burro. Da un pò più di sapore e la rende più cremosa, ( però contribuisce a rendere più grasso il condimento, a discapito del colesterolo.....decidete voi!!)
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UNA FRITTATA CON LE SALSICCIE DI MAIALE AVANZATE
Questa ricetta sembra una banalità, ma invece può risolvere due piccoli problemi: realizzare un secondo piatto semplice e veloce, per un amico che improvvisamente ti piomba in casa per cena, adottandolo come sèguito di un altrettanto veloce piatto di vermicelli al pomodoro, e poi può istruire un "cuoco" poco esperto, su come utilizzare due salsicce di maiale (in alcune regioni le chiamano salamelle, luganeghe, etc.: sono in realtà di carne di maiale, magra e grassa tritata insieme e poi infilata nel budello e talvolta aromatizzata da semi di finocchietto, o da un pò di peperoncino forte,) che avete ancora in frigo, crude o già cotte.
Nel caso siano crude basta metterle in una padellina, con appena un poco di olio d'oliva (extra vergine sempre), accendere un fuoco medio, aggiungere un bicchiere d'acqua abbondante ed uno di vino (se lo avete già aperto), punzecchiarle con una forchetta e farle cuocere rigirandole un paio di volte per una decina di minuti fino a che tutto il liquido non si sia esaurito. Ci vorranno circa dieci minuti. Ma vediamo gli altri ingredienti necessari:
INGREDIENTI: uova 3; fette sottili di pane raffermo gr 150 (eliminare la crosta) tagliate a tocchettini; latte fresco intero 1/2 bicchiere; salsiccie già cotte 2 ; olio extra vergine d'oliva 2 cucchiai.
PROCEDIMENTO: tagliare il pane (anche se duro) a fette sottili e poi a tocchetti. Metterlo in un piatto e bagnarlo con il latte. In una ciotola sbattere le uova, aggiungere le salsiccie tagliate a sottili rondelle, aggiungere il pane bagnato nel latte, mescolare. Mettere in una padellina l'olio e quando sfrigola versare dentro la frittata, abbassare la fiamma e far cuocere per dieci minuti, poi capovolgere la frittata, usando un coperchio di pentola del diametro più grande della padella ed a fondo piatto per evitare scottature, e cuocere per altri cinque minuti. Togliere dal fuoco ed adagiare la frittata su di un foglio di carta da cucina, poi nel piatto da portata .
Se disponete di un paio di pomodorini tagliateli a fette e guarnite la frittata disponendoli intorno.
P.S. Se in frigo vi è rimasto del prosciutto cotto o crudo già da un paio di giorni, (e non disponete di salsiccie avanzate) cuocendolo insieme all'uovo dopo averlo spezzettato, ritornerà come freschissimo. Potrete anche aggiungere alla frittata, migliorandola, un paio di cucchiai di formaggio grattugiato e qualche pezzetto di provolone.
Nel caso siano crude basta metterle in una padellina, con appena un poco di olio d'oliva (extra vergine sempre), accendere un fuoco medio, aggiungere un bicchiere d'acqua abbondante ed uno di vino (se lo avete già aperto), punzecchiarle con una forchetta e farle cuocere rigirandole un paio di volte per una decina di minuti fino a che tutto il liquido non si sia esaurito. Ci vorranno circa dieci minuti. Ma vediamo gli altri ingredienti necessari:
INGREDIENTI: uova 3; fette sottili di pane raffermo gr 150 (eliminare la crosta) tagliate a tocchettini; latte fresco intero 1/2 bicchiere; salsiccie già cotte 2 ; olio extra vergine d'oliva 2 cucchiai.
PROCEDIMENTO: tagliare il pane (anche se duro) a fette sottili e poi a tocchetti. Metterlo in un piatto e bagnarlo con il latte. In una ciotola sbattere le uova, aggiungere le salsiccie tagliate a sottili rondelle, aggiungere il pane bagnato nel latte, mescolare. Mettere in una padellina l'olio e quando sfrigola versare dentro la frittata, abbassare la fiamma e far cuocere per dieci minuti, poi capovolgere la frittata, usando un coperchio di pentola del diametro più grande della padella ed a fondo piatto per evitare scottature, e cuocere per altri cinque minuti. Togliere dal fuoco ed adagiare la frittata su di un foglio di carta da cucina, poi nel piatto da portata .
Se disponete di un paio di pomodorini tagliateli a fette e guarnite la frittata disponendoli intorno.
P.S. Se in frigo vi è rimasto del prosciutto cotto o crudo già da un paio di giorni, (e non disponete di salsiccie avanzate) cuocendolo insieme all'uovo dopo averlo spezzettato, ritornerà come freschissimo. Potrete anche aggiungere alla frittata, migliorandola, un paio di cucchiai di formaggio grattugiato e qualche pezzetto di provolone.
lunedì 22 novembre 2010
SPUNTATURE DI MAIALE IN AGRODOLCE CON FAGIOLINI
Siamo ormai in pieno inverno e quindi è più che giustificato mangiare della carne di maiale, seppure non più grasso come nei tempi andati. Con l'aggiunta di un buon pugnetto di riso bollito, da usare al posto del pane, questo piatto può essere considerato sufficiente per un leggero pranzo di mezzogiorno. Tutt'al più facendolo seguire da una mela o una pera, nient'altro!
E' un sapore un pò diverso da quello cui siamo abituati, ma l'agro-dolce apre di più lo stomaco, richiama i succhi gastrici a far bene il loro lavoro e quindi si digerisce prima e meglio!
Vi confesserò che la ricetta originale prevedeva anche tra gli ingredienti del "peperone", ma in quel caso la digestione si sarebbe allungata a dismisura ed allora la ho "purgata"! (Non voglio il male dei miei lettori!)
INGREDIENTI: (per 4 persone) cipolle gr 200; aglio 2 spicchi; zucchero 1 cucchiaio colmo(meglio se di "canna"); spuntature di maiale (o puntine, o fracostine, insomma quei pezzetti di carne senza osso che si trovano tra una costola e l'altra) gr 1.250; polpa di pomodoro 1 barattolo (gr 400, ma in realtà il peso sgocciolato è di gr 240); 3 cucchiai di aceto di vino bianco; rosmarino 1 rametto fresco; riso gr 250; sale fino; fagiolini in scatola 1 confezione( pesa gr 400, ma il peso sgocciolato è di gr 220).
PROCEDIMENTO: tagliare sottilmente l'aglio e le cipolle, metterle in una pentola con il cucchiaio colmo di zucchero e cc 250 di acqua e fare sobollire a fuoco dolce senza coperchio per 10 minuti. Aggiungere le carni di maiale tagliate in pezzi piccoli, unire ancora il pomodoro, il rametto di rosmarino, i 3 cucchiai di aceto e cc 1000 di acqua, 1 cucchiaino di sale fino e portare ad ebollizione.
Giunti a questo punto trasferire il tutto in una pirofila da forno, infornare a 160° e fare cuocere per 80 minuti.
Scolare i fagiolini, gettare via l'acqua di vegetazione, tagliarli in due, mescolarli al maiale, spegnere il forno e lasciarvi dentro la pietanza pronta.
Cuocere in acqua leggermente salata il riso (minuti 15/18) e scolarlo al dente, tenendolo al caldo.
Portare in tavola contemporaneamente la pietanza di maiale ed il riso.
E' un sapore un pò diverso da quello cui siamo abituati, ma l'agro-dolce apre di più lo stomaco, richiama i succhi gastrici a far bene il loro lavoro e quindi si digerisce prima e meglio!
Vi confesserò che la ricetta originale prevedeva anche tra gli ingredienti del "peperone", ma in quel caso la digestione si sarebbe allungata a dismisura ed allora la ho "purgata"! (Non voglio il male dei miei lettori!)
INGREDIENTI: (per 4 persone) cipolle gr 200; aglio 2 spicchi; zucchero 1 cucchiaio colmo(meglio se di "canna"); spuntature di maiale (o puntine, o fracostine, insomma quei pezzetti di carne senza osso che si trovano tra una costola e l'altra) gr 1.250; polpa di pomodoro 1 barattolo (gr 400, ma in realtà il peso sgocciolato è di gr 240); 3 cucchiai di aceto di vino bianco; rosmarino 1 rametto fresco; riso gr 250; sale fino; fagiolini in scatola 1 confezione( pesa gr 400, ma il peso sgocciolato è di gr 220).
PROCEDIMENTO: tagliare sottilmente l'aglio e le cipolle, metterle in una pentola con il cucchiaio colmo di zucchero e cc 250 di acqua e fare sobollire a fuoco dolce senza coperchio per 10 minuti. Aggiungere le carni di maiale tagliate in pezzi piccoli, unire ancora il pomodoro, il rametto di rosmarino, i 3 cucchiai di aceto e cc 1000 di acqua, 1 cucchiaino di sale fino e portare ad ebollizione.
Giunti a questo punto trasferire il tutto in una pirofila da forno, infornare a 160° e fare cuocere per 80 minuti.
Scolare i fagiolini, gettare via l'acqua di vegetazione, tagliarli in due, mescolarli al maiale, spegnere il forno e lasciarvi dentro la pietanza pronta.
Cuocere in acqua leggermente salata il riso (minuti 15/18) e scolarlo al dente, tenendolo al caldo.
Portare in tavola contemporaneamente la pietanza di maiale ed il riso.
MELE & PANE DI QUALCHE GIORNO: UN OTTIMO DOLCE DEL RICICLO !
Qualche giorno fa avevo richiamato la vostra attenzione sull'enorme spreco di cibo che spesso si verifica sia nelle nostre case che negli esercizi di vendita, quando i prodotti si avvicinano alle date di scadenza.
E' un gigantesco fenomeno che in parte si potrebbe evitare o almeno ridurre, con la buona volontà di tutti.
Chi spreca non ha avuto la triste esperienza di vivere in tempo di guerra, sia prima con la tessere annonarie, che dopo, combattendo il caro-vita contro i contrabbandieri e gli accaparratori di cibarie che poi erano rivendute da costoro a peso d'oro: pensate che si dava via un "lenzuolo ad una piazza" per un chilo di farina, o una "federa di cuscino" per un chilo di patate e così via !!
Quindi poichè nelle nostre case spesso rimane del pane di qualche giorno prima, per poterlo consumare o si può mettere in forno per un'oretta e poi macinare agevolmente con una grattugia elettrica ottenendo del "pan-grattato" utilissimo per impanare le cotolette o per miscelarlo alle polpette di carne o di melanzane, oppure si può utilizzare per fare una pizza con il pomodoro, come illustrato qualche mese fa (per trovare la relativa ricetta potrete utilizzare il motore di ricerca in alto a destra nella pagina di apertura di questo blog), oppure ancora seguite questa ricetta per realizzare un simpatico, originale e ottimo dolce, semplice e veloce ed inoltre economico.
Quasi tutti gli ingredienti li avrete di già molto probabilmente in casa e dopo averlo preparato vi sentirete di certo soddisfatti per il successo che otterrete dai vostri commensali grandi e piccoli!
Allora eccovi gli ingredienti e buon lavoro:
INGREDIENTI: pane vecchio gr 200 (pesare dopo avere tolto la crosta); mele 2 o 3; zucchero gr 100; uova 2; panna di latte fresca liquida (senza conservanti) 1 confezione da gr 250; uva passa sultanina gr 100; buccia di 1 arancia tagliata a "julienne" con l'apposito ferro; burro gr 10.
PROCEDIMENTO: tagliare a fette molto sottili il pane dopo aver eliminato la crosta; lavare e sbucciare le mele (2 se sono grandi, 3 se sono piccole), togliere il torsolo e tagliarle a sottili fette. (1) Imburrare una pirofila da forno della capacità di poco più di 1 litro. (2) Disporre sul fondo un sottile strato di fette di pane. (4) Adagiarvi sopra le fette di mela in un sol strato. (5) Sopra spargere l'uvetta passita e metà dello zucchero. (6) Sopra ancora distribuire un altro strato sottile di fette di pane, pressandole un pò con le mani. (7) Lavare l'arancia e con l'apposito attrezzo ricavare tanti filamenti dalla buccia, quindi distribuirli sopra le fette di pane. (8) In una terrina sbattere con due forchette le uova e poi aggiungere la panna liquida, il restante zucchero, mescolare bene e versare il composto a cucchiaiate sulle fette di pane.
(9) Accendere il forno a 180° e quando ha raggiunto la temperatura mettervi dentro la pirofila.
(10) Fare cuocere per 25 minuti, quindi tirarla fuori e servire tiepida la pietanza.
P.S. Dopo averla preparata una prima volta, ho apportato a questa ricetta una semplice modifica che la rende dolce-salata, aggiungendo gr 100 di Fontina Valdostana o di Provolone dolce, tagliato a sottili fettine ed inserendole al termine del punto (6), cioè distribuendo le fettine di formaggio sopra il secondo strato di fettine di pane. Poi si riprende con il punto (7), (8), etc.
Così non è più un dolce, ma può essere considerato anche un Intermezzo. Provatela!
E' un gigantesco fenomeno che in parte si potrebbe evitare o almeno ridurre, con la buona volontà di tutti.
Chi spreca non ha avuto la triste esperienza di vivere in tempo di guerra, sia prima con la tessere annonarie, che dopo, combattendo il caro-vita contro i contrabbandieri e gli accaparratori di cibarie che poi erano rivendute da costoro a peso d'oro: pensate che si dava via un "lenzuolo ad una piazza" per un chilo di farina, o una "federa di cuscino" per un chilo di patate e così via !!
Quindi poichè nelle nostre case spesso rimane del pane di qualche giorno prima, per poterlo consumare o si può mettere in forno per un'oretta e poi macinare agevolmente con una grattugia elettrica ottenendo del "pan-grattato" utilissimo per impanare le cotolette o per miscelarlo alle polpette di carne o di melanzane, oppure si può utilizzare per fare una pizza con il pomodoro, come illustrato qualche mese fa (per trovare la relativa ricetta potrete utilizzare il motore di ricerca in alto a destra nella pagina di apertura di questo blog), oppure ancora seguite questa ricetta per realizzare un simpatico, originale e ottimo dolce, semplice e veloce ed inoltre economico.
Quasi tutti gli ingredienti li avrete di già molto probabilmente in casa e dopo averlo preparato vi sentirete di certo soddisfatti per il successo che otterrete dai vostri commensali grandi e piccoli!
Allora eccovi gli ingredienti e buon lavoro:
INGREDIENTI: pane vecchio gr 200 (pesare dopo avere tolto la crosta); mele 2 o 3; zucchero gr 100; uova 2; panna di latte fresca liquida (senza conservanti) 1 confezione da gr 250; uva passa sultanina gr 100; buccia di 1 arancia tagliata a "julienne" con l'apposito ferro; burro gr 10.
PROCEDIMENTO: tagliare a fette molto sottili il pane dopo aver eliminato la crosta; lavare e sbucciare le mele (2 se sono grandi, 3 se sono piccole), togliere il torsolo e tagliarle a sottili fette. (1) Imburrare una pirofila da forno della capacità di poco più di 1 litro. (2) Disporre sul fondo un sottile strato di fette di pane. (4) Adagiarvi sopra le fette di mela in un sol strato. (5) Sopra spargere l'uvetta passita e metà dello zucchero. (6) Sopra ancora distribuire un altro strato sottile di fette di pane, pressandole un pò con le mani. (7) Lavare l'arancia e con l'apposito attrezzo ricavare tanti filamenti dalla buccia, quindi distribuirli sopra le fette di pane. (8) In una terrina sbattere con due forchette le uova e poi aggiungere la panna liquida, il restante zucchero, mescolare bene e versare il composto a cucchiaiate sulle fette di pane.
(9) Accendere il forno a 180° e quando ha raggiunto la temperatura mettervi dentro la pirofila.
(10) Fare cuocere per 25 minuti, quindi tirarla fuori e servire tiepida la pietanza.
P.S. Dopo averla preparata una prima volta, ho apportato a questa ricetta una semplice modifica che la rende dolce-salata, aggiungendo gr 100 di Fontina Valdostana o di Provolone dolce, tagliato a sottili fettine ed inserendole al termine del punto (6), cioè distribuendo le fettine di formaggio sopra il secondo strato di fettine di pane. Poi si riprende con il punto (7), (8), etc.
Così non è più un dolce, ma può essere considerato anche un Intermezzo. Provatela!
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uvetta
lunedì 15 novembre 2010
TORTA BICOLORE PER UNA SANA MERENDA DEI BAMBINI
Questa volta il dolce è italiano, semplice semplice, di costo limitato a quanto spendete normalmente per due "merendine" i cui ingredienti risultano sempre alquanto misteriosi.
In questo caso sapete tutto e la cosa più preziosa e più cara, ma anche la più gradita è la vostra "fatica" ed il vostro "tempo" che dedicate alla salute dei vostri, grandi o piccoli che siano.
Di certo ve ne saranno grati, specialmente se la ripeterete spesso!
Qualcuno a questo punto mi dirà : ma non ti ricordi cosa diceva il grande scrittore Mark Twain ? : "Ricordati che la gratitudine è un sentimento esclusivo dei ..... cani!"
No, non è vero, quando i vostri piccoli ricorderanno che la mamma faceva la torta in casa perché non voleva che mangiassimo delle cibarie i cui ingredienti erano in parte sconosciuti.
Per fortuna sembra che negli Stati Uniti sia stato proibita l'unione del cibo (sottoforma di merendine o altro) nelle confezioni dei giocattoli e viceversa. Pur di poter possedere il giocattolo i bimbi ingurgitano cibi inutili e talvolta dannosi per la salute e che possono indurre all'obesità dei più piccoli.
Ma torniamo al nostro dolce bicolore, altrimenti faremo notte:
INGREDIENTI: pesare 4 uova con il guscio; un uguale peso di burro; un uguale peso di zucchero; un uguale peso di farina. Cacao in polvere 2 cucchiai colmi + 1 cucchiaio di zucchero (altrimenti la parte scura risulterebbe più amara); poco burro per imburrare lo stampo.
PROCEDIMENTO: (ritengo che possediate di già una frusta elettrica.) In una terrina mettere il burro, (tenuto fuori dal frigo da un bel pò), lo zucchero e con la fruste montarlo per due o tre minuti. Quindi aprire le uova e mettere i tuorli nella terrina con il burro e lo zucchero, e gli albumi in un'altra.
Lavorare per un minuto per far amalgamare il tutto.
Montare gli albumi a neve con le fruste (pulite) e con un pizzico appena di sale, fino a che non siano ben sodi.
Ora incorporare la farina al burro, zucchero e tuorli mescolando accuratamente con un mestolo, quindi aggiungervi gli albumi a neve mescolando da sotto in sopra delicatamente.
Dividere in due parti l'impasto , mettendone metà in una ciotola nella quale aggiungerete il cacao e lo zucchero, per realizzare la parte scura, quindi mescolate dolcemente.
Imburrare accuratamente uno stampo da forno, possibilmente di forma rettangolare, versare sul fondo la parte scura con il cacao e poi sopra versarvi l'altra parte.
Mettere in forno a 190° per 50 minuti e quindi tirarlo fuori dal forno e sformarlo quando si è un pò raffreddato.
In questo caso sapete tutto e la cosa più preziosa e più cara, ma anche la più gradita è la vostra "fatica" ed il vostro "tempo" che dedicate alla salute dei vostri, grandi o piccoli che siano.
Di certo ve ne saranno grati, specialmente se la ripeterete spesso!
Qualcuno a questo punto mi dirà : ma non ti ricordi cosa diceva il grande scrittore Mark Twain ? : "Ricordati che la gratitudine è un sentimento esclusivo dei ..... cani!"
No, non è vero, quando i vostri piccoli ricorderanno che la mamma faceva la torta in casa perché non voleva che mangiassimo delle cibarie i cui ingredienti erano in parte sconosciuti.
Per fortuna sembra che negli Stati Uniti sia stato proibita l'unione del cibo (sottoforma di merendine o altro) nelle confezioni dei giocattoli e viceversa. Pur di poter possedere il giocattolo i bimbi ingurgitano cibi inutili e talvolta dannosi per la salute e che possono indurre all'obesità dei più piccoli.
Ma torniamo al nostro dolce bicolore, altrimenti faremo notte:
INGREDIENTI: pesare 4 uova con il guscio; un uguale peso di burro; un uguale peso di zucchero; un uguale peso di farina. Cacao in polvere 2 cucchiai colmi + 1 cucchiaio di zucchero (altrimenti la parte scura risulterebbe più amara); poco burro per imburrare lo stampo.
PROCEDIMENTO: (ritengo che possediate di già una frusta elettrica.) In una terrina mettere il burro, (tenuto fuori dal frigo da un bel pò), lo zucchero e con la fruste montarlo per due o tre minuti. Quindi aprire le uova e mettere i tuorli nella terrina con il burro e lo zucchero, e gli albumi in un'altra.
Lavorare per un minuto per far amalgamare il tutto.
Montare gli albumi a neve con le fruste (pulite) e con un pizzico appena di sale, fino a che non siano ben sodi.
Ora incorporare la farina al burro, zucchero e tuorli mescolando accuratamente con un mestolo, quindi aggiungervi gli albumi a neve mescolando da sotto in sopra delicatamente.
Dividere in due parti l'impasto , mettendone metà in una ciotola nella quale aggiungerete il cacao e lo zucchero, per realizzare la parte scura, quindi mescolate dolcemente.
Imburrare accuratamente uno stampo da forno, possibilmente di forma rettangolare, versare sul fondo la parte scura con il cacao e poi sopra versarvi l'altra parte.
Mettere in forno a 190° per 50 minuti e quindi tirarlo fuori dal forno e sformarlo quando si è un pò raffreddato.
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dolce: torta per la merenda bicolore
MEZZE PENNE AI CARCIOFI, CIPOLLA & PECORINO
Dopo aver scritto di dolci, ritorniamo ai nostri primi piatti, che sono sempre i preferiti dalla maggior parte degli amanti della buona e sana cucina.
Ecco un piatto di tradizione di paese contadino, valido in questa stagione in cui i carciofi dovrebbero abbondare, il cui sapore un poco forte richiede alla fine un buon bicchiere di vino rosso corposo.
Lo ho appreso sabato scorso dalla consorte di uno dei miei commensali, mentre stavamo divorando un modesto assaggio di classiche linguine alle vongole, stupendamente ben riuscite.
Ed a seguito dei miei complimenti, lo chef aveva dovuto confessare che nel cuocere la pasta aveva anche messo una piccola quantità di acqua di mare. In realtà si era molto stupito che me ne fossi accorto!! ( il sale che usiamo è quasi sempre di origine "marina", ma il sapore che deriva dall'acqua di mare è diverso. Ma andateci piano, altrimenti le linguine vi vengono amare!)
Ma tralasciando il mio rimpianto per aver accettato soltanto un assaggio, voglio illustrarvi questa semplice pietanza, di veloce realizzazione, che mi riservo di preparare in settimana, dovendo recarmi per quattro giorni a Milano a casa di mio figlio. Passerò così buona parte del mio tempo, cucinando in trasferta. D'altronde a Milano in alcune giornate scure, la pioggia non invoglia troppo ad uscire.(Per non perdere alcuni lettori milanesi, vi assicuro che anche a Napoli piove ogni tanto!)
INGREDIENTI per 4 persone: mezze penne gr 400; carciofi 2; cipolla 1; pomodorini 2 o 3 se freschi (altrimenti mezzo barattolo gr 240); olio extra vergine d'oliva 5 cucchiai colmi; formaggio pecorino grattugiato gr 100; vino bianco secco cc 100; sale.
PROCEDIMENTO: affettare a velo la cipolla, metterla in una capace padella e con l'olio farla imbiondire a fuoco dolce. Lavare i carciofi, eliminare le foglie esterne per due giri. Tagliare il torsolo e la punta più dura delle rimanenti foglie. Sezionarlo in due, eliminare la peluria, affettare a sottili spicchi la base del bocciuolo (sissignore è proprio un bocciuolo), metterli in padella, sbucciare il torsolo eliminando la parte più legnosa ed affettare la parte centrale che va anch'essa in padella. Dopo cinque minuti rimestate e versatevi dentro il vino, quindi, non appena è sfumato, aggiungere il pomodoro ed appena un pizzico di sale; (non tanto perché il pecorino è molto salato). Fate cuocere per altri 10 minuti a fuoco medio, quindi togliere dal fuoco.
Al momento di andare a tavola mettere sul fuoco l'acqua poco salata e quando bolle versare dentro le mezze penne, scolarle ben al dente e metterle in padella sui carciofi. Accendere il fuoco
forte e rimestare, quindi spargervi dentro il pecorino, cuocere per altri tre minuti (e portare in tavola la padella se i commensali sono in confidenza con voi) altrimenti versate la pasta nel piatto di portata e portatelo subito in tavola.
Volendo realizzare un piatto un pò meno "forte" potete mescolare una metà di pecorino con una metà di grana padano o di parmigiano reggiano.
Ecco un piatto di tradizione di paese contadino, valido in questa stagione in cui i carciofi dovrebbero abbondare, il cui sapore un poco forte richiede alla fine un buon bicchiere di vino rosso corposo.
Lo ho appreso sabato scorso dalla consorte di uno dei miei commensali, mentre stavamo divorando un modesto assaggio di classiche linguine alle vongole, stupendamente ben riuscite.
Ed a seguito dei miei complimenti, lo chef aveva dovuto confessare che nel cuocere la pasta aveva anche messo una piccola quantità di acqua di mare. In realtà si era molto stupito che me ne fossi accorto!! ( il sale che usiamo è quasi sempre di origine "marina", ma il sapore che deriva dall'acqua di mare è diverso. Ma andateci piano, altrimenti le linguine vi vengono amare!)
Ma tralasciando il mio rimpianto per aver accettato soltanto un assaggio, voglio illustrarvi questa semplice pietanza, di veloce realizzazione, che mi riservo di preparare in settimana, dovendo recarmi per quattro giorni a Milano a casa di mio figlio. Passerò così buona parte del mio tempo, cucinando in trasferta. D'altronde a Milano in alcune giornate scure, la pioggia non invoglia troppo ad uscire.(Per non perdere alcuni lettori milanesi, vi assicuro che anche a Napoli piove ogni tanto!)
INGREDIENTI per 4 persone: mezze penne gr 400; carciofi 2; cipolla 1; pomodorini 2 o 3 se freschi (altrimenti mezzo barattolo gr 240); olio extra vergine d'oliva 5 cucchiai colmi; formaggio pecorino grattugiato gr 100; vino bianco secco cc 100; sale.
PROCEDIMENTO: affettare a velo la cipolla, metterla in una capace padella e con l'olio farla imbiondire a fuoco dolce. Lavare i carciofi, eliminare le foglie esterne per due giri. Tagliare il torsolo e la punta più dura delle rimanenti foglie. Sezionarlo in due, eliminare la peluria, affettare a sottili spicchi la base del bocciuolo (sissignore è proprio un bocciuolo), metterli in padella, sbucciare il torsolo eliminando la parte più legnosa ed affettare la parte centrale che va anch'essa in padella. Dopo cinque minuti rimestate e versatevi dentro il vino, quindi, non appena è sfumato, aggiungere il pomodoro ed appena un pizzico di sale; (non tanto perché il pecorino è molto salato). Fate cuocere per altri 10 minuti a fuoco medio, quindi togliere dal fuoco.
Al momento di andare a tavola mettere sul fuoco l'acqua poco salata e quando bolle versare dentro le mezze penne, scolarle ben al dente e metterle in padella sui carciofi. Accendere il fuoco
forte e rimestare, quindi spargervi dentro il pecorino, cuocere per altri tre minuti (e portare in tavola la padella se i commensali sono in confidenza con voi) altrimenti versate la pasta nel piatto di portata e portatelo subito in tavola.
Volendo realizzare un piatto un pò meno "forte" potete mescolare una metà di pecorino con una metà di grana padano o di parmigiano reggiano.
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primo: mezze penne con carciofi e pecorino
Lo spreco alimentare, cosa fare?
"In Italia lo spreco di prodotti ancora commestibili è di circa 20 milioni di tonnellate, pari a un valore di mercato di 37 miliardi di €, pari a circa 3% del PIL! Il che significa che ogni anno ogni famiglia getta via il 10% della spesa mensile, pari a 515 euro/anno: il 39% di prodotti freschi (latte, uova, carne, yoghurt,..), il 19% del pane, il 9% di affettati, il 4 % della pasta, il 17% di frutta e verdura".
Noi, con le nostre ricette, qualcosa possiamo fare, ad esempio recuperando il pane non utlizzato per fare pizza o per integrare la carne delle polpette (vedi ricette precedenti). Ma se volete saperne di più su questo argomento e su come essere consumatori ed "soggetti economici" più attenti e consapevoli all'ambiente e alle nostre comunità" potete dare un'occhiata al blog (da poco iniziato) di mio figlio, che si occupa proprio di questo: La buona economia.
Ecco il link: http://labuonaeconomia.wordpress.com/
Noi, con le nostre ricette, qualcosa possiamo fare, ad esempio recuperando il pane non utlizzato per fare pizza o per integrare la carne delle polpette (vedi ricette precedenti). Ma se volete saperne di più su questo argomento e su come essere consumatori ed "soggetti economici" più attenti e consapevoli all'ambiente e alle nostre comunità" potete dare un'occhiata al blog (da poco iniziato) di mio figlio, che si occupa proprio di questo: La buona economia.
Ecco il link: http://labuonaeconomia.wordpress.com/
sabato 13 novembre 2010
I RAVIOLI CON IL RIPIENO DI PROVOLA AFFUMICATA, UOVA, PARMIGIANO E MELANZANA ALLA GRIGLIA, CONDITI DA SALSA DI POMODORO
Sono ormai tante le ricette che inserisco nel mio blog e spesso, saggiando alcune pietanze che mi sembrano interessanti e non eccessivamente difficili da preparare, non mi riesce di ricordare se le ho già una volta descritte o meno. Talvolta anche con l'aiuto del "MOTORE DI RICERCA", che si trova qui in alto a destra, non riesco a risolvere l'arcano. Per questo motivo potrebbe capitare, anche più di una volta, di riscrivere la stessa ricetta che è stata di già presentata, magari con un diverso titolo, un anno fa. Quindi faccio in anticipo ammenda, nel caso ciò dovesse verificarsi.
Secondo quanto appena scritto, non ricordo se questa ricetta che voglio illustrarvi sia stata da me già inserita, ma siccome ho trovato molto buono il ripieno di questi ravioli, non voglio privarvi della possibilità di realizzarli anche voi.
INGREDIENTI per 4 persone: (una normale porzione dovrebbe essere di 4 o 5 ravioli a testa)
Per la sfoglia: farina gr 350; uova 4; sale fino 1/2 cucchiaino. Per il ripieno: melanzane lunghe gr 300; provola affumicata gr 350; tuorli d'uova 2; parmigiano grattugiato gr 150. Per il condimento: pomodoro pelato o a pezzettoni gr 480 (1 barattolo); olio extra vergine d'oliva 4 cucchiai colmi; aglio 2 spicchi; sale fino 1/2 cucchiaino.
PROCEDIMENTO: lavare le melanzane, eliminare buccia e torsolo, spennellarle appena con un pò d'olio extra vergine d'oliva e grigliarle sui due lati, (se non possedete la griglia potete usare una padella antiaderente a fuoco molto basso) e quando sono imbiondite tirarle su, quindi tenerle da parte.
Fare una fontana con la farina, mettere al centro il sale, le uova, mescolare con le punte delle dita e quindi impastare per una decina di minuti con le mani. Formare una palla e farla riposare per mezz'ora.
Mettere nel frullatore le fette di melanzane, la provola affumicata privata della buccia e tagliata a tocchetti, azionare le lame per un minuto, quindi mettere il miscuglio ottenuto in una ciotola.
Aggiungere il parmigiano grattugiato ed i tuorli d'uova, mescolare con un mestolo di legno e tenere da parte.
Mettere in una padellina l'olio, l'aglio, il pomodoro, il sale e cuocere per 15 minuti a fuoco medio, schiacciando i pelati con i rebbi di una forchetta per accellerare la loro cottura, quindi togliere dal fuoco ed eliminare l'aglio. La salsa per condire i ravioli è pronta!
Riprendiamo ora la pasta, dividerla in due parti uguali e sul piano da lavoro appena infarinato, stendere con il mattarello due sfoglie molto sottili e di uguale superficie e stesso spessore.
Su di una di esse disegnate dei quadrati da cm 5 per lato (circa), segnando appena appena la pasta con la punta di un coltello, aiutandovi con un righello o con il contenitore del rotolo di pellicola da cucina, o del rotolo di alluminio. Al centro di ogni quadratino posizionare un cucchiaino di ripieno. Dovreste riuscire ad ottenere almeno 25 mucchietti di impasto.
Adesso fate molta attenzione: Adagiare sopra la sfoglia con il ripieno l'altra sfoglia, facendola combaciare perfettamente. Poi con il dorso della mano fate aderire le due sfoglie schiacciando e tagliate i ravioli con la rotellina dentata. Se non possedete la rotellina dentata tagliateli con un coltello e poi con i rebbi di una forchetta rinforzate la chiusura dei due lembi schiacciando tutti e quattro i lati.
Al momento di andare a tavola (una mezz'ora prima) mettere sul fuoco la pentola con l'acqua salata e quando bolle far cadere dentro i ravioli. Quando sono cotti verranno a galla e quindi con una schiumarola metterli nel piatto di portata e sopra condirli con la salsa di pomodoro precedentemente già tenuta in caldo.
Se è gradito ancora del parmigiano servitelo a parte nella formaggiera.
Secondo quanto appena scritto, non ricordo se questa ricetta che voglio illustrarvi sia stata da me già inserita, ma siccome ho trovato molto buono il ripieno di questi ravioli, non voglio privarvi della possibilità di realizzarli anche voi.
INGREDIENTI per 4 persone: (una normale porzione dovrebbe essere di 4 o 5 ravioli a testa)
Per la sfoglia: farina gr 350; uova 4; sale fino 1/2 cucchiaino. Per il ripieno: melanzane lunghe gr 300; provola affumicata gr 350; tuorli d'uova 2; parmigiano grattugiato gr 150. Per il condimento: pomodoro pelato o a pezzettoni gr 480 (1 barattolo); olio extra vergine d'oliva 4 cucchiai colmi; aglio 2 spicchi; sale fino 1/2 cucchiaino.
PROCEDIMENTO: lavare le melanzane, eliminare buccia e torsolo, spennellarle appena con un pò d'olio extra vergine d'oliva e grigliarle sui due lati, (se non possedete la griglia potete usare una padella antiaderente a fuoco molto basso) e quando sono imbiondite tirarle su, quindi tenerle da parte.
Fare una fontana con la farina, mettere al centro il sale, le uova, mescolare con le punte delle dita e quindi impastare per una decina di minuti con le mani. Formare una palla e farla riposare per mezz'ora.
Mettere nel frullatore le fette di melanzane, la provola affumicata privata della buccia e tagliata a tocchetti, azionare le lame per un minuto, quindi mettere il miscuglio ottenuto in una ciotola.
Aggiungere il parmigiano grattugiato ed i tuorli d'uova, mescolare con un mestolo di legno e tenere da parte.
Mettere in una padellina l'olio, l'aglio, il pomodoro, il sale e cuocere per 15 minuti a fuoco medio, schiacciando i pelati con i rebbi di una forchetta per accellerare la loro cottura, quindi togliere dal fuoco ed eliminare l'aglio. La salsa per condire i ravioli è pronta!
Riprendiamo ora la pasta, dividerla in due parti uguali e sul piano da lavoro appena infarinato, stendere con il mattarello due sfoglie molto sottili e di uguale superficie e stesso spessore.
Su di una di esse disegnate dei quadrati da cm 5 per lato (circa), segnando appena appena la pasta con la punta di un coltello, aiutandovi con un righello o con il contenitore del rotolo di pellicola da cucina, o del rotolo di alluminio. Al centro di ogni quadratino posizionare un cucchiaino di ripieno. Dovreste riuscire ad ottenere almeno 25 mucchietti di impasto.
Adesso fate molta attenzione: Adagiare sopra la sfoglia con il ripieno l'altra sfoglia, facendola combaciare perfettamente. Poi con il dorso della mano fate aderire le due sfoglie schiacciando e tagliate i ravioli con la rotellina dentata. Se non possedete la rotellina dentata tagliateli con un coltello e poi con i rebbi di una forchetta rinforzate la chiusura dei due lembi schiacciando tutti e quattro i lati.
Al momento di andare a tavola (una mezz'ora prima) mettere sul fuoco la pentola con l'acqua salata e quando bolle far cadere dentro i ravioli. Quando sono cotti verranno a galla e quindi con una schiumarola metterli nel piatto di portata e sopra condirli con la salsa di pomodoro precedentemente già tenuta in caldo.
Se è gradito ancora del parmigiano servitelo a parte nella formaggiera.
venerdì 12 novembre 2010
SEMPLICI CIAMBELLE DOLCI FRITTE
E' forse vero che quando le giornate si accorciano, la temperatura si abbassa e cade una pioggia insistente, si sente più forte il bisogno di mettere nell'organismo qualcosa di dolce, forse per compensare il maggior numero di calorie che si consumano proprio a causa del freddo.
Comunque quanto da me detto può essere anche una semplice scusa, per spingervi a dedicare qualche minuto del vostro tempo alla preparazione di una semplice pietanza, che certamente riscuoterà il pieno consenso dei più giovani o dei più anziani che vivono nella vostra casa.
E poi la ciambella fritta ricorderà in tutti voi i momenti della gioventù, quando i dolci non abbondavano e non si conosceva ancora cosa fosse il colesterolo e quindi senza scrupoli si ingurgitava con grande piacere qualsiasi leccornìa ci fosse capitata a tiro.
Ed allora seguitemi e vedrete che anche se tutte le ciambelle non riusciranno con un buco ben preciso, come richiede il famoso proverbio, saranno lo stesso buone da mangiare.
INGREDIENTI: farina gr 250; zucchero a velo gr 30; burro gr 80; latte fresco intero cc 100;
lievito di birra 1/2 panetto (gr 12,5); uova 2; sale fino un buon pizzico. Olio extra vergine d'oliva, per friggere le ciambelle q.b. (Ricordate quanto da me già scritto in precedenza sugli oli di semi ottenuti purtroppo con l'intervento di prodotti chimici pericolosi e dannosi al nostro organismo)!
PROCEDIMENTO: riscaldare appena il latte e sciogliervi dentro il lievito. Lasciarlo raffreddare e preparare intanto lo zucchero a velo mettendo almeno gr 100 di zucchero nel frullatore, far azionare le lame per due o tre minuti, quindi pesare la quantità necessaria prevista e conservare il restante in un barattolo di vetro con il coperchio. Vi servirà alla fine, per spolverizzare le ciambelle con l'aiuto di un passino, o per preparare in seguito un altro dolce.
In una ciotola mettere la farina, le uova, il pizzico di sale, il burro a pezzetti (si raccomanda di tirarlo fuori dal frigo almeno un'ora prima), il latte con il lievito e con le fruste elettriche lavorare la pasta per un paio di minuti. Lasciare lievitare per un'ora in luogo tiepido coprendo con un panno la ciotola.
Riprendere la pasta, se necessario aggiungere ancora un poco di farina per poterla lavorare con le mani per un minuto e quindi formare una palla. Sul piano da lavoro appena infarinato, con il mattarello tirate una sfoglia di uguale spessore, che non superi i mm 3 e con il bordo di una tazza tagliare la pasta a dischetti da cm 10 di diametro. Impastare i ritagli e fare un'altra piccola sfoglia. Con un dito (scegliete voi con quale dito) fare un foro al centro e lasciare lievitare ancora i dischetti per un'ora coprendoli con un panno.
In una piccola padella mettere l'olio extra vergine d'oliva, e quando è ben caldo calarvi dentro una o due ciambelle per volta friggendo per 4/5 minuti, quindi delicatamente rigirarle e cuocerle ancora sull'altro lato. Tirarle su e farle sgocciolare su carta da cucina, quindi trasferirle nel piatto da portata e spolverizzarle abbondantemente con lo zucchero a velo usando un passino.
Mangiarle ancora tiepide e confessate a voi stessi che ne valeva la pena di perdere questo tempo per prepararle.
Comunque quanto da me detto può essere anche una semplice scusa, per spingervi a dedicare qualche minuto del vostro tempo alla preparazione di una semplice pietanza, che certamente riscuoterà il pieno consenso dei più giovani o dei più anziani che vivono nella vostra casa.
E poi la ciambella fritta ricorderà in tutti voi i momenti della gioventù, quando i dolci non abbondavano e non si conosceva ancora cosa fosse il colesterolo e quindi senza scrupoli si ingurgitava con grande piacere qualsiasi leccornìa ci fosse capitata a tiro.
Ed allora seguitemi e vedrete che anche se tutte le ciambelle non riusciranno con un buco ben preciso, come richiede il famoso proverbio, saranno lo stesso buone da mangiare.
INGREDIENTI: farina gr 250; zucchero a velo gr 30; burro gr 80; latte fresco intero cc 100;
lievito di birra 1/2 panetto (gr 12,5); uova 2; sale fino un buon pizzico. Olio extra vergine d'oliva, per friggere le ciambelle q.b. (Ricordate quanto da me già scritto in precedenza sugli oli di semi ottenuti purtroppo con l'intervento di prodotti chimici pericolosi e dannosi al nostro organismo)!
PROCEDIMENTO: riscaldare appena il latte e sciogliervi dentro il lievito. Lasciarlo raffreddare e preparare intanto lo zucchero a velo mettendo almeno gr 100 di zucchero nel frullatore, far azionare le lame per due o tre minuti, quindi pesare la quantità necessaria prevista e conservare il restante in un barattolo di vetro con il coperchio. Vi servirà alla fine, per spolverizzare le ciambelle con l'aiuto di un passino, o per preparare in seguito un altro dolce.
In una ciotola mettere la farina, le uova, il pizzico di sale, il burro a pezzetti (si raccomanda di tirarlo fuori dal frigo almeno un'ora prima), il latte con il lievito e con le fruste elettriche lavorare la pasta per un paio di minuti. Lasciare lievitare per un'ora in luogo tiepido coprendo con un panno la ciotola.
Riprendere la pasta, se necessario aggiungere ancora un poco di farina per poterla lavorare con le mani per un minuto e quindi formare una palla. Sul piano da lavoro appena infarinato, con il mattarello tirate una sfoglia di uguale spessore, che non superi i mm 3 e con il bordo di una tazza tagliare la pasta a dischetti da cm 10 di diametro. Impastare i ritagli e fare un'altra piccola sfoglia. Con un dito (scegliete voi con quale dito) fare un foro al centro e lasciare lievitare ancora i dischetti per un'ora coprendoli con un panno.
In una piccola padella mettere l'olio extra vergine d'oliva, e quando è ben caldo calarvi dentro una o due ciambelle per volta friggendo per 4/5 minuti, quindi delicatamente rigirarle e cuocerle ancora sull'altro lato. Tirarle su e farle sgocciolare su carta da cucina, quindi trasferirle nel piatto da portata e spolverizzarle abbondantemente con lo zucchero a velo usando un passino.
Mangiarle ancora tiepide e confessate a voi stessi che ne valeva la pena di perdere questo tempo per prepararle.
DUE UTILISSIMI PICCOLI ATTREZZI PER CHI SI DILETTA IN CUCINA
Sono stato a gironzolare in un grande negozio che vende attrezzi per la cucina ed ho scoperto due piccoli attrezzi (il loro costo va da 4 a 5 Euro cad.), che sono utilissimi per preparare le polpette di carne o di verdura e formaggi, e le "chenelle" (che sono degli gnocchetti di forma ovale). Avevo tempo fa descritto degli gnocchi di ricotta e spinaci, ( forse del 27 aprile 2008 oppure del 15 giugno 2009: vedere "motore di ricerca") che dovevano essere formattati tra i palmi delle mani e poi infarinati. Con uno di questi attrezzi non usate le mani, e poi le dimensioni del prodotto finale risultano tutte uguali.
Se siete interessati andate sul sito: http://www.paderno.it/ , poi da lì a http://www.worldcuisine%20com/ Serie 12900. I due attrezzi sono illustrati con il numero 12931 - 53 Pinza per chenelle e
12931 - 51 Pinza per polpette. Resistono fino a 220° di temperatura, quindi potete usarle anche per togliere la frittura dalla padella.
Potrebbe essere una simpatica idea/regalo per il prossimo Natale. Io le ho appena comprate e penso di utilizzarle tra pochi giorni. Vi terrò informati!
Sergio Corbino
Se siete interessati andate sul sito: http://www.paderno.it/ , poi da lì a http://www.worldcuisine%20com/ Serie 12900. I due attrezzi sono illustrati con il numero 12931 - 53 Pinza per chenelle e
12931 - 51 Pinza per polpette. Resistono fino a 220° di temperatura, quindi potete usarle anche per togliere la frittura dalla padella.
Potrebbe essere una simpatica idea/regalo per il prossimo Natale. Io le ho appena comprate e penso di utilizzarle tra pochi giorni. Vi terrò informati!
Sergio Corbino
giovedì 11 novembre 2010
LA FAMOSA TORTA SACHER DI VIENNA
Lo sformato dolce di riso che avevo inserito qui la scorsa settimana era di origine spagnola, mentre questa torta SACHER è di origine austriaca. Inventata secondo la leggenda da uno chef pasticciere del Grande Hotel Sacher di Vienna, è attualmente divenuto un simbolo per l'Austria, una nazione dove i dolci sono qualcosa di straordinario, di stupendo. Basta entrare in una pasticceria di Vienna per ingrassare subito di un paio di chili, anche solo a vederli. Un goloso può realmente impazzire nel vedere l'enorme assortimento che è all'interno delle vetrine. Quindi se volete recarvi a Vienna nelle feste di Natale, dove sarà impossibile trovare i biglietti per il famoso concerto del 1° dell'anno (che potrete vedere poi in albergo per televisione) , dimagrite prima del viaggio di almeno uno o due chili e poi saggiateli tutti.
Ma torniamo a noi, illudiamoci che con la Sacher Torte preparata con le nostre mani, possiamo farci portare dalla fantasia in una di queste pasticcerie illuminate da scintillanti lampadari di cristallo, mangiamola a piccoli bocconi e poi consoliamoci perché a casa nostra fa un pò meno freddo !! Comunque l'Austria è una stupenda nazione, con una magnifica ospitalità alberghiera anche nelle piccole pensioni, e quindi perché non andarci in un periodo dell'anno più caldo?
Non vi preoccupate della gola...... perché i dolci ci sono sempre, in tutti i mesi.
INGREDIENTI: per una torta del diametro di cm 22 circa. Cioccolatto fondente gr 150; farina gr 150; zucchero gr 150; burro gr 150; lievito per dolci 1 bustina; uova 5.
Per l'interno: gr 80 di confettura di albicocche (NON di gelatina); liquore all'arancia o al limoncello 1 bicchierino.
Per la glassa di copertura: Cioccolatto fondente gr 100; zucchero gr 70.
PROCEDIMENTO: prima di iniziare lasciare fuori dal frigo il burro. (Sarebbe preferibile impiegare zucchero a velo, ma se non lo avete mettete lo zucchero normale nel frullatore, azionate le lame per due minuti ed ecco pronto lo zucchero a velo). Fare sciogliere in una pentolina a Bagno-Maria la cioccolatta fondente rotta a pezzetti, togliere dal calore, aggiungere lo zucchero, il burro e fare emulsionare insieme il tutto, lavorando con un piccolo mestolo di legno. Aggiungere un uovo per volta e continuare a mescolare velocemente, poi unire il lievito in bustina e la farina con un passino, sempre continuando a mescolare. Imburrare accuratamente lo stampo (preferibilmente a cerniera per agevolare la sformatura del dolce) e versare dentro il composto. Mettere in forno già caldo, ventilato e 160° per 45 minuti. Tirare fuori dal forno e togliere la torta aprendo lo stampo. Mettere il bicchierino di liquore in una tazza, aggiungere 1 cucchiaio di zucchero, 1 bicchierino di acqua e mescolare. Con il cucchiaio versare questo sciroppo sulla torta ancora calda. Aspettate ora che si raffreddi.
Con un coltello a seghetta tagliare in due dischi la torta e spalmare uniformemente sulla parte inferiore la confettura di albicocca. Riposizionare sopra l'altro disco e farlo aderire bene.
Preparate ora la glassa di copertura. Mettere la torta sulla griglia (fredda) del forno e sotto sistemare un capace piatto, per recuperare la glassa che potrà cadere versandola sopra.
Mettere nelle pentolina la cioccolatta fondente a pezzetti, due o tre cucchiai di acqua, lo zucchero (a velo) e su fuoco dolce fare sciogliere il composto. Quando sarà ben liquido versarlo a cucchiaiate sulla torta coprendo tutto il coperchio ed il bordo.
Fare raffreddare e poi tagliarla a spicchi e offrirla agli amici !
Prima di tagliarla , non dimenticate di fotografarla, altrimenti nessuno ci crederà che l'avete fatta voi davvero !!
Ma torniamo a noi, illudiamoci che con la Sacher Torte preparata con le nostre mani, possiamo farci portare dalla fantasia in una di queste pasticcerie illuminate da scintillanti lampadari di cristallo, mangiamola a piccoli bocconi e poi consoliamoci perché a casa nostra fa un pò meno freddo !! Comunque l'Austria è una stupenda nazione, con una magnifica ospitalità alberghiera anche nelle piccole pensioni, e quindi perché non andarci in un periodo dell'anno più caldo?
Non vi preoccupate della gola...... perché i dolci ci sono sempre, in tutti i mesi.
INGREDIENTI: per una torta del diametro di cm 22 circa. Cioccolatto fondente gr 150; farina gr 150; zucchero gr 150; burro gr 150; lievito per dolci 1 bustina; uova 5.
Per l'interno: gr 80 di confettura di albicocche (NON di gelatina); liquore all'arancia o al limoncello 1 bicchierino.
Per la glassa di copertura: Cioccolatto fondente gr 100; zucchero gr 70.
PROCEDIMENTO: prima di iniziare lasciare fuori dal frigo il burro. (Sarebbe preferibile impiegare zucchero a velo, ma se non lo avete mettete lo zucchero normale nel frullatore, azionate le lame per due minuti ed ecco pronto lo zucchero a velo). Fare sciogliere in una pentolina a Bagno-Maria la cioccolatta fondente rotta a pezzetti, togliere dal calore, aggiungere lo zucchero, il burro e fare emulsionare insieme il tutto, lavorando con un piccolo mestolo di legno. Aggiungere un uovo per volta e continuare a mescolare velocemente, poi unire il lievito in bustina e la farina con un passino, sempre continuando a mescolare. Imburrare accuratamente lo stampo (preferibilmente a cerniera per agevolare la sformatura del dolce) e versare dentro il composto. Mettere in forno già caldo, ventilato e 160° per 45 minuti. Tirare fuori dal forno e togliere la torta aprendo lo stampo. Mettere il bicchierino di liquore in una tazza, aggiungere 1 cucchiaio di zucchero, 1 bicchierino di acqua e mescolare. Con il cucchiaio versare questo sciroppo sulla torta ancora calda. Aspettate ora che si raffreddi.
Con un coltello a seghetta tagliare in due dischi la torta e spalmare uniformemente sulla parte inferiore la confettura di albicocca. Riposizionare sopra l'altro disco e farlo aderire bene.
Preparate ora la glassa di copertura. Mettere la torta sulla griglia (fredda) del forno e sotto sistemare un capace piatto, per recuperare la glassa che potrà cadere versandola sopra.
Mettere nelle pentolina la cioccolatta fondente a pezzetti, due o tre cucchiai di acqua, lo zucchero (a velo) e su fuoco dolce fare sciogliere il composto. Quando sarà ben liquido versarlo a cucchiaiate sulla torta coprendo tutto il coperchio ed il bordo.
Fare raffreddare e poi tagliarla a spicchi e offrirla agli amici !
Prima di tagliarla , non dimenticate di fotografarla, altrimenti nessuno ci crederà che l'avete fatta voi davvero !!
domenica 7 novembre 2010
E' UN DOLCE! LO SFORMATO DI RISO AL LATTE CON UVETTA E CIOCCOLATO
Mi è tornato in mente uno stupendo dolce che una giovane amica spagnola di mia moglie, quando veniva a trovarci a Napoli, realizzava per i miei due ragazzi. Ovviamente non lo mangiavano tutto loro, ma quasi, e quel poco che restava era poi spazzato via da noi grandi, per non lasciare in frigo un piatto ingombrante!
E' un dolce semplice da farsi, economico e di successo sicuro, sempre che l'uvetta sultanina sia ben gradita. Quel poco di rum che serve ad ammorbidirla scompare con la cottura del fondente e quindi non può presentare alcun problema anche per i più piccoli.
INGREDIENTI per 8/10 persone: riso gr 200 (è importante che NON sia parboiled); latte fresco intero cc 1000; vainiglia 1 bacca; zucchero gr 150. Per la guarnizione: uvetta sultanina gr 250; liquore Rum 4 cucchiai; cioccolatto fondente gr 150. Per ungere lo stampo : burro gr 20.
PROCEDIMENTO: lavare l'uvetta, asciugarla con uno strofinaccio e metterla in una tazza con il Rum, un paio di ore prima di preparare il dolce. In una pentola mettere due litri d'acqua ed un 1/2 cucchiaino di sale, metterla su fuoco forte e quando bolle versarsi dentro il riso. Farlo bollire soltanto DUE minuti, quindi scolarlo accuratamente e tenerlo da parte.
Mettere la bacca di vainiglia nel latte, lo zucchero, mescolare e portarlo a bollore quindi spegnere. Aggiungere al latte il riso ben scolato e cuocere a fuoco dolce fino a che tutto il latte non venga assorbito dal riso. Toglierlo dal fuoco e farlo raffreddare.
Ungere accuratamente con il burro uno stampo rotondo con il buco al centro, versarvi dentro il riso ormai freddo, schiacciarlo con una paletta di legno e pareggiarlo per farlo ben aderire allo stampo, quindi metterlo in frigo. (NON in freezer, mi raccomando!)
Preparare ora la guarnizione: rompere in più pezzi il cioccolato fondente, metterlo in una piccola casseruola con 4/5 cucchiai di acqua, e su fuoco lento farlo sciogliere fino a che non diventi una crema, quindi aggiungere l'uvetta con il rum, mescolare bene e tenerlo da parte fuori dal fuoco.
Quando è giunto il momento di servire lo sformato, poggiare lo stampo sul piatto da portata e capovolgerlo in un colpo, facendolo cadere, picchiettando il bordo superiore leggermente con un mestolo di legno. Riscaldare su fuoco lento il cioccolato con l'uvetta, mescolare il contenuto e versarlo in parte nel buco al centro ed in parte sul bordo, quindi servirlo subito.
E' un dolce semplice da farsi, economico e di successo sicuro, sempre che l'uvetta sultanina sia ben gradita. Quel poco di rum che serve ad ammorbidirla scompare con la cottura del fondente e quindi non può presentare alcun problema anche per i più piccoli.
INGREDIENTI per 8/10 persone: riso gr 200 (è importante che NON sia parboiled); latte fresco intero cc 1000; vainiglia 1 bacca; zucchero gr 150. Per la guarnizione: uvetta sultanina gr 250; liquore Rum 4 cucchiai; cioccolatto fondente gr 150. Per ungere lo stampo : burro gr 20.
PROCEDIMENTO: lavare l'uvetta, asciugarla con uno strofinaccio e metterla in una tazza con il Rum, un paio di ore prima di preparare il dolce. In una pentola mettere due litri d'acqua ed un 1/2 cucchiaino di sale, metterla su fuoco forte e quando bolle versarsi dentro il riso. Farlo bollire soltanto DUE minuti, quindi scolarlo accuratamente e tenerlo da parte.
Mettere la bacca di vainiglia nel latte, lo zucchero, mescolare e portarlo a bollore quindi spegnere. Aggiungere al latte il riso ben scolato e cuocere a fuoco dolce fino a che tutto il latte non venga assorbito dal riso. Toglierlo dal fuoco e farlo raffreddare.
Ungere accuratamente con il burro uno stampo rotondo con il buco al centro, versarvi dentro il riso ormai freddo, schiacciarlo con una paletta di legno e pareggiarlo per farlo ben aderire allo stampo, quindi metterlo in frigo. (NON in freezer, mi raccomando!)
Preparare ora la guarnizione: rompere in più pezzi il cioccolato fondente, metterlo in una piccola casseruola con 4/5 cucchiai di acqua, e su fuoco lento farlo sciogliere fino a che non diventi una crema, quindi aggiungere l'uvetta con il rum, mescolare bene e tenerlo da parte fuori dal fuoco.
Quando è giunto il momento di servire lo sformato, poggiare lo stampo sul piatto da portata e capovolgerlo in un colpo, facendolo cadere, picchiettando il bordo superiore leggermente con un mestolo di legno. Riscaldare su fuoco lento il cioccolato con l'uvetta, mescolare il contenuto e versarlo in parte nel buco al centro ed in parte sul bordo, quindi servirlo subito.
giovedì 4 novembre 2010
ANCORA QUALCHE CURIOSITA' SULL'OLIO D'OLIVA
Mi sono spesso pervenute delle domande tramite e-mail sull'olio d'oliva, dopo le notizie da me riportate lo scorso mese, dopo che mi ero recato per tre giorni im Calabria, in zona di produzione dell'olio, dove ero stato a contatto con alcuni tecnici ed esperti del ramo.
Ve ne riporto alcune:
L'OLIO EXTRA VERGINE D'OLIVA E' PIU' GRASSO DI QUELLO DI SEMI?
No, tutti gli oli contengono la stessa quantità di grassi ed apportano 9 K/cal per grammo.
L'extra vergine d'oliva non è più calorico di quello di semi, anzi, poiché risulta più saporito, nell'ordinario uso come condimento ne basta una quantità minore.
TUTTI I GRASSI DI ORIGINE VEGETALE SONO SIMILI DAL PUNTO DI VISTA DIETETICO-NUTRIZIONALE ?
No, l'olio di palma e di cocco, nascosti spesso dietro la dicitura "grassi vegetali" riportata sull'etichetta del prodotto, sono ricchi di acidi saturi (ricchi di colesterolo) tipici del mondo animale (come il burro e la sugna); pertanto la generica dicitura "grassi vegetali" NON garantisce la qualità nutrizionale del prodotto.
L'OLIO DI SEMI E' L'OLIO PIU' ADATTO PER LA FRITTURA ?
No, è falso! L'olio extra vergine di oliva resiste meglio alle alte temperature perché protetto dall'ossidazione degli antiossidanti naturali. Inoltre i polifenoli e tocoferoli propri dell'olio estratto dalle olive , impediscono la formazione dei radicali liberi.
Per stasera chiudiamo qui. La prossima volta vi spiegherò perché fa bene l'olio extra vergine d'oliva!
Ve ne riporto alcune:
L'OLIO EXTRA VERGINE D'OLIVA E' PIU' GRASSO DI QUELLO DI SEMI?
No, tutti gli oli contengono la stessa quantità di grassi ed apportano 9 K/cal per grammo.
L'extra vergine d'oliva non è più calorico di quello di semi, anzi, poiché risulta più saporito, nell'ordinario uso come condimento ne basta una quantità minore.
TUTTI I GRASSI DI ORIGINE VEGETALE SONO SIMILI DAL PUNTO DI VISTA DIETETICO-NUTRIZIONALE ?
No, l'olio di palma e di cocco, nascosti spesso dietro la dicitura "grassi vegetali" riportata sull'etichetta del prodotto, sono ricchi di acidi saturi (ricchi di colesterolo) tipici del mondo animale (come il burro e la sugna); pertanto la generica dicitura "grassi vegetali" NON garantisce la qualità nutrizionale del prodotto.
L'OLIO DI SEMI E' L'OLIO PIU' ADATTO PER LA FRITTURA ?
No, è falso! L'olio extra vergine di oliva resiste meglio alle alte temperature perché protetto dall'ossidazione degli antiossidanti naturali. Inoltre i polifenoli e tocoferoli propri dell'olio estratto dalle olive , impediscono la formazione dei radicali liberi.
Per stasera chiudiamo qui. La prossima volta vi spiegherò perché fa bene l'olio extra vergine d'oliva!
RAVIOLI CAPRESI CONDITI CON SALSA AL POMODORO
Secondo le più recenti statistiche sul turismo mondiale, sembra che l'isola di Capri sia tra le località più gettonate al mondo.
Purtroppo la tradizione gastronomica dell'isola, con l'eccezione di due o tre pietanze che vi illustrerò, non ha mai raggiunto grandi traguardi, sia per la presenza di importanti cuochi che avevano fatto esperienze all'estero e che quindi imponevano i piatti che avevano ben appreso fuori dall'isola, che per lo scarso interesse alla gastronomia dimostrato dalla maggior parte dei "visitatori per un giorno", cioè denomiati "mordi e fuggi", i quali intruppati sui traghetti o sugli aliscafi e poi sui piccoli autobus, sono costretti ad una veloce visita del centro, poi un salto ad Anacapri per ammirare il panorama, poi infilati in uno dei ristoranti a prezzo particolare e convenzionato con le guide turistiche dove gli rifilano immancabilmente delle tagliatelle/bolognese, o dei vermicelli/vongole, e poi una coscia/pollo con patate e forse un gelato. Poi subito di nuovo intruppati negli autobus e quindi pronti sulla banchina per riprendere la via del ritorno verso la terraferma, avendo appena il tempo per una foto ricordo.
Quindi per questi motivi, fatta eccezione per alcuni ristoranti validi, noti ai clienti abituali buongustai, in realtà la tradizione gastronomica dell'isola, nel mondo è rimasta esclusivamente ricordata per "l'insalata Caprese" fatta cioè con fette di mozzarella alternate a fette di un rosso pomodoro" (purtroppo talvolta prodotto in Olanda, da dove vengono esportati pomodori per tutto l'anno, frutti che ovviamente non conoscono cosa sia il sole vero,) , poi la "torta Caprese" realizzata con farina di mandorle, burro e tanto cioccolato che sembra sia di origini mittleuropee, e poi finalmente un vero piatto dell'isola, "i ravioli capresi", che differiscono da tutti gli altri ravioli prodotti nelle altre parti d'Italia.
Dimenticavo di raccontarvi che la scarsa quantità di piatti di origine caprese, era anche originata dalla vicinanza con la costa sorrentina, la cui gastronomia nota in tutto il mondo, soffocava e surclassava ogni tentativo caprese di creare qualcosa di nuovo!
Ma ritorniamo ai "ravioli capresi": è il caso di dire che questa pietanza realizzata ad arte è realmente qualcosa di sublime, di semplice, non ha uova nell'impasto dell'involucro esterno ed è leggera da digerire se condita con una semplice salsa di pomodoro con una leggera spolverata di formaggio grattugiato (oggi grana padano o parmigiano) , che in origine doveva essere di formaggio di capra, animale che proliferava sull'isola. (Altrimenti l'isola si sarebbe chiamata "Isola di Pecora" o "Isola di Mucca"!)
INGREDIENTI: per 4 persone : per la sfoglia: acqua del rubinetto cc 1000; sale fino 1 cucchiaino raso; farina di grano tenero 00 gr 430. Per il ripieno: caciotta sorrentina secca gr 150; maggiorana 5 foglie fresche; formaggio parmigiano o grana padano gr 150; tuorli d'uovo 2. Per la salsa: pomodori pelati o a pezzettoni gr 480 (1 scatola); olio extra vergine d'oliva 6 cucchiai; aglio 2 spicchi; formaggio grana o parmigiano grattugiato gr 150.(portato in tavola nella formaggiera).
PROCEDIMENTO: in una pentola versare cc 1000 di acqua, il sale e quando bolle versarvi dentro, d'un solo colpo, la farina. Con un mestolo di legno girare subito l'impasto fino a che non abbia assorbito tutta l'acqua. Togliere la pentola dal fuoco, mettere l'impasto nel passaverdura e quindi rimetterlo nella pentola.(Questo passaggio è necessario per evitare che rimangano nell'impasto eventuali grumetti di farina) . Rimettere la pentola sul fuoco medio e continuare a lavorare per qualche minuto, fino a che l'impasto non si attacca più al mestolo, nè alle mani.
Lasciare riposare l'impasto per una decina di minuti, durante i quali potrete dedicarvi al ripieno.
Tagliare a minutissimi pezzettini (oppure grattugiate) la caciotta secca, metterla in una terrina, aggiungere le foglie di maggiorana spezzettate minutamente, l'altro formaggio grattugiato, unire i due tuorli d'uovo e mescolare il tutto insieme. Riprendete la pasta, stendete una sottile sfoglia (mm 1) con il mattarello, tagliatela a dischi con un bicchiere da vino (diam. mm 60) ; formare delle palline con il ripieno e sistemare una pallina su ogni dischetto. Stendere un'altra sfoglia, ricavare ancora tanti dischetti e sovrapporli uno alla volta a quelli già dotati di ripieno.
Con i rebbi di una forchetta schiacciare i bordi dei ravioli per farli bene aderire.
Fermatevi un momento !!
A questo punto vi propongo una piccola modifica e quindi ritornate indietro di un passo con la "moviola".
Avete di già a disposizione due albumi d'uovo che fra poco getterete via inutilizzati, nel lavandino. Prendete i due albumi d'uovo e batteteli per un minuto con una forchetta in una tazza: diventeranno quasi liquidi. Prendete un pennellino (se non lo avete utilizzate un vostro dito), ed umettate il bordo dei ravioli già pronti, quindi mettete sopra il dischetto di copertura e schiacciate i bordi con i rebbi di una forchetta. E' un collante straordinario e si salderanno perfettamente.
Preparate ora la salsa mettendo l'olio con l'aglio in una padella, aggiungete i pomodori pelati (o i pezzettoni) e cuocete per 10 minuti con un buon pizzico di sale. Eliminate l'aglio e togliete dal fuoco la padella.
Al momento di andare a tavola mettere sul fuoco l'acqua con il sale, quando bolle aggiungere con delicatezza i ravioli, scolarli con un colabrodo mano a mano che vengono a galla (vuol dire che sono cotti) e metterli nel piatto fondo di portata, condendoli con la salsa.
Portarli in tavola con formaggio grattugiato nella formaggiera.
Assaggiateli, chiudete gli occhi e quindi sognate di trovarvi a Capri, proprio di fronte ai Faraglioni. La porzione giusta è di cinque ravioli a testa, quindi non esagerate nel godere troppo !!
Purtroppo la tradizione gastronomica dell'isola, con l'eccezione di due o tre pietanze che vi illustrerò, non ha mai raggiunto grandi traguardi, sia per la presenza di importanti cuochi che avevano fatto esperienze all'estero e che quindi imponevano i piatti che avevano ben appreso fuori dall'isola, che per lo scarso interesse alla gastronomia dimostrato dalla maggior parte dei "visitatori per un giorno", cioè denomiati "mordi e fuggi", i quali intruppati sui traghetti o sugli aliscafi e poi sui piccoli autobus, sono costretti ad una veloce visita del centro, poi un salto ad Anacapri per ammirare il panorama, poi infilati in uno dei ristoranti a prezzo particolare e convenzionato con le guide turistiche dove gli rifilano immancabilmente delle tagliatelle/bolognese, o dei vermicelli/vongole, e poi una coscia/pollo con patate e forse un gelato. Poi subito di nuovo intruppati negli autobus e quindi pronti sulla banchina per riprendere la via del ritorno verso la terraferma, avendo appena il tempo per una foto ricordo.
Quindi per questi motivi, fatta eccezione per alcuni ristoranti validi, noti ai clienti abituali buongustai, in realtà la tradizione gastronomica dell'isola, nel mondo è rimasta esclusivamente ricordata per "l'insalata Caprese" fatta cioè con fette di mozzarella alternate a fette di un rosso pomodoro" (purtroppo talvolta prodotto in Olanda, da dove vengono esportati pomodori per tutto l'anno, frutti che ovviamente non conoscono cosa sia il sole vero,) , poi la "torta Caprese" realizzata con farina di mandorle, burro e tanto cioccolato che sembra sia di origini mittleuropee, e poi finalmente un vero piatto dell'isola, "i ravioli capresi", che differiscono da tutti gli altri ravioli prodotti nelle altre parti d'Italia.
Dimenticavo di raccontarvi che la scarsa quantità di piatti di origine caprese, era anche originata dalla vicinanza con la costa sorrentina, la cui gastronomia nota in tutto il mondo, soffocava e surclassava ogni tentativo caprese di creare qualcosa di nuovo!
Ma ritorniamo ai "ravioli capresi": è il caso di dire che questa pietanza realizzata ad arte è realmente qualcosa di sublime, di semplice, non ha uova nell'impasto dell'involucro esterno ed è leggera da digerire se condita con una semplice salsa di pomodoro con una leggera spolverata di formaggio grattugiato (oggi grana padano o parmigiano) , che in origine doveva essere di formaggio di capra, animale che proliferava sull'isola. (Altrimenti l'isola si sarebbe chiamata "Isola di Pecora" o "Isola di Mucca"!)
INGREDIENTI: per 4 persone : per la sfoglia: acqua del rubinetto cc 1000; sale fino 1 cucchiaino raso; farina di grano tenero 00 gr 430. Per il ripieno: caciotta sorrentina secca gr 150; maggiorana 5 foglie fresche; formaggio parmigiano o grana padano gr 150; tuorli d'uovo 2. Per la salsa: pomodori pelati o a pezzettoni gr 480 (1 scatola); olio extra vergine d'oliva 6 cucchiai; aglio 2 spicchi; formaggio grana o parmigiano grattugiato gr 150.(portato in tavola nella formaggiera).
PROCEDIMENTO: in una pentola versare cc 1000 di acqua, il sale e quando bolle versarvi dentro, d'un solo colpo, la farina. Con un mestolo di legno girare subito l'impasto fino a che non abbia assorbito tutta l'acqua. Togliere la pentola dal fuoco, mettere l'impasto nel passaverdura e quindi rimetterlo nella pentola.(Questo passaggio è necessario per evitare che rimangano nell'impasto eventuali grumetti di farina) . Rimettere la pentola sul fuoco medio e continuare a lavorare per qualche minuto, fino a che l'impasto non si attacca più al mestolo, nè alle mani.
Lasciare riposare l'impasto per una decina di minuti, durante i quali potrete dedicarvi al ripieno.
Tagliare a minutissimi pezzettini (oppure grattugiate) la caciotta secca, metterla in una terrina, aggiungere le foglie di maggiorana spezzettate minutamente, l'altro formaggio grattugiato, unire i due tuorli d'uovo e mescolare il tutto insieme. Riprendete la pasta, stendete una sottile sfoglia (mm 1) con il mattarello, tagliatela a dischi con un bicchiere da vino (diam. mm 60) ; formare delle palline con il ripieno e sistemare una pallina su ogni dischetto. Stendere un'altra sfoglia, ricavare ancora tanti dischetti e sovrapporli uno alla volta a quelli già dotati di ripieno.
Con i rebbi di una forchetta schiacciare i bordi dei ravioli per farli bene aderire.
Fermatevi un momento !!
A questo punto vi propongo una piccola modifica e quindi ritornate indietro di un passo con la "moviola".
Avete di già a disposizione due albumi d'uovo che fra poco getterete via inutilizzati, nel lavandino. Prendete i due albumi d'uovo e batteteli per un minuto con una forchetta in una tazza: diventeranno quasi liquidi. Prendete un pennellino (se non lo avete utilizzate un vostro dito), ed umettate il bordo dei ravioli già pronti, quindi mettete sopra il dischetto di copertura e schiacciate i bordi con i rebbi di una forchetta. E' un collante straordinario e si salderanno perfettamente.
Preparate ora la salsa mettendo l'olio con l'aglio in una padella, aggiungete i pomodori pelati (o i pezzettoni) e cuocete per 10 minuti con un buon pizzico di sale. Eliminate l'aglio e togliete dal fuoco la padella.
Al momento di andare a tavola mettere sul fuoco l'acqua con il sale, quando bolle aggiungere con delicatezza i ravioli, scolarli con un colabrodo mano a mano che vengono a galla (vuol dire che sono cotti) e metterli nel piatto fondo di portata, condendoli con la salsa.
Portarli in tavola con formaggio grattugiato nella formaggiera.
Assaggiateli, chiudete gli occhi e quindi sognate di trovarvi a Capri, proprio di fronte ai Faraglioni. La porzione giusta è di cinque ravioli a testa, quindi non esagerate nel godere troppo !!
martedì 2 novembre 2010
LE LINGUINE ALLA CONTRABBANDIERA
Ho trascorso quattro giorni a Milano, ospite di mio figlio, per aiutarlo a montare le tende e due librerie nella sua nuova abitazione. Il tempo è stato piovoso per tutti e quattro giorni ed appena arrivato nella Stazione di Napoli, quattro ore fa, mi ha accolto un bel raggio di sole ed una temperatura più mite. A Milano si gira bene, i mezzi pubblici sono puntuali, puliti, e gli autisti dell'azienda trasporti hanno tutti la divisa in regola. A Napoli i mezzi pubblici non sono puntuali, e gli autisti non portano la divisa. La indossano soltanto alcuni autisti di sesso femminile (che tra l'altro guidano benissimo nel traffico caotico da bazar orientale). Però qui abbiamo il sole e la temperatura più mite. Non si può avere sempre tutto.
Ma chiedo scusa della digressione e ritorno all'argomento dalla mia ricetta: Che vuol significare linguine alla contrabbandiera?
E ci arrivo subito. Quindi, come dicevo, mi trovavo a Milano, pioveva un pò e passando con mia moglie in una traversa di piazza del Duomo, per andare poi alla Rinascente, mi sono ricordato di un piccolo ristorante (che da tanti anni non c'è più) dove da freschi sposini, (allora abitavamo a Bergamo) nel lontano 1963 mangiammo questa pietanza. E così, con un pizzico di nostalgia per quando eravamo poco più che ventenni, ho voluto far rinverdire nella mia mente questo piatto, che ricordo perfettamente e quindi ve lo descrivo qui di seguito.
INGREDIENTI: per 4 persone linguine gr 500; pomodori pelati o a pezzettoni gr 480 (1 barattolo); peperoni 2; olio extra vergine d'oliva 4 cucchiai colmi; sale, origano; aglio 2 spicchi.
PROCEDIMENTO: fare arrostire sulla fiamma i peperoni, fino a bruciacchiare tutta la pelle esterna, quindi spellarli, (senza passarli sotto l'acqua). Eliminare torsolo e semi e tagliarli a listerelle, quindi tenerli da parte.
Mettere in un'ampia padella l'olio, l'aglio e i pomodori, su fiamma media far cuocere per 10 minuti ed aggiungere 1/2 cucchiaino di sale. Schiacciare con i rebbi di una forchetta i pomodori per facilitare la loro cottura, aggiungere i peperoni a listerelle, un buon pizzico di origano e dopo aver cotto la salsa ancora per 5 minuti eliminare l'aglio. Mettere sul fuoco la pentola con l'acqua salata, cuocere la pasta togliendola ben al dente e passarla in padella a fuoco forte, quindi servirla.
Vi confesso che non conosco il perché di questo strano titolo! Forse un tempo la mamma del titolare del ristorante di allora faceva il contrabbando con la Svizzera, valicando le montagne coperte di neve d'inverno, e quando tornava a casa cucinava per i suoi figli questa pietanza.
Se un giorno scopritò questo arcano vi assicuro che lo scriverò qui, sul mio BLOG!!
Ma chiedo scusa della digressione e ritorno all'argomento dalla mia ricetta: Che vuol significare linguine alla contrabbandiera?
E ci arrivo subito. Quindi, come dicevo, mi trovavo a Milano, pioveva un pò e passando con mia moglie in una traversa di piazza del Duomo, per andare poi alla Rinascente, mi sono ricordato di un piccolo ristorante (che da tanti anni non c'è più) dove da freschi sposini, (allora abitavamo a Bergamo) nel lontano 1963 mangiammo questa pietanza. E così, con un pizzico di nostalgia per quando eravamo poco più che ventenni, ho voluto far rinverdire nella mia mente questo piatto, che ricordo perfettamente e quindi ve lo descrivo qui di seguito.
INGREDIENTI: per 4 persone linguine gr 500; pomodori pelati o a pezzettoni gr 480 (1 barattolo); peperoni 2; olio extra vergine d'oliva 4 cucchiai colmi; sale, origano; aglio 2 spicchi.
PROCEDIMENTO: fare arrostire sulla fiamma i peperoni, fino a bruciacchiare tutta la pelle esterna, quindi spellarli, (senza passarli sotto l'acqua). Eliminare torsolo e semi e tagliarli a listerelle, quindi tenerli da parte.
Mettere in un'ampia padella l'olio, l'aglio e i pomodori, su fiamma media far cuocere per 10 minuti ed aggiungere 1/2 cucchiaino di sale. Schiacciare con i rebbi di una forchetta i pomodori per facilitare la loro cottura, aggiungere i peperoni a listerelle, un buon pizzico di origano e dopo aver cotto la salsa ancora per 5 minuti eliminare l'aglio. Mettere sul fuoco la pentola con l'acqua salata, cuocere la pasta togliendola ben al dente e passarla in padella a fuoco forte, quindi servirla.
Vi confesso che non conosco il perché di questo strano titolo! Forse un tempo la mamma del titolare del ristorante di allora faceva il contrabbando con la Svizzera, valicando le montagne coperte di neve d'inverno, e quando tornava a casa cucinava per i suoi figli questa pietanza.
Se un giorno scopritò questo arcano vi assicuro che lo scriverò qui, sul mio BLOG!!
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Primo piatto: linguine alla contrabbandiera
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