Il beccafico è un uccellino che si trova nei nostri campi e che di certo avrà un nome scientifico ben difficile da pronunciare, il quale è noto a tutti i coltivatori di frutta perché becca, perforandoli inesorabilmente i fichi maturi, impedendovi così di raccoglierli e mangiarli; quindi il fico maturo, già perforato e saggiato dal beccafico viene lasciato generosamente sul ramo permettendogli poi di terminare con calma il pasto quando il padrone dell'albero si sarà allontanato. I fichi sono colpiti in parte dai beccafichi ed in parte dalle formiche. Ma mentre su di un albero di ciliegie, mature al punto giusto, dopo il passaggio dei passeri e dei merli non rimane neanche la traccia dei frutti, nel caso dei fichi per fortuna ne restano ancora da raccogliere.
Quindi torniamo ai "beccafico" che con questa ricetta non c'entrano per niente. Era soltanto il motivo per spiegarvi che questo tipo di accoppiamento di due alici aperte, eviscerate e diliscate, quindi riempite di opportuno ripieno che in seguito vi dirò, e poi infarinate, indorate e fritte, alla fine sembrano essere da lontano, adagiate in un piatto, nella penombra, con gli occhi socchiusi e tanta fantasia, degli uccellini cotti al forno.
Ma lungi da noi questa barbarie di uccidere degli uccellini che vivono sugli alberti; ci limitiamo ad uccidere delle alici, anzi a comprarle già morte da poche ore e poi a mangiarle. D'altronde se pensate che le alici sono tante, ma tante, si raccolgono a palla formando delle argentee riunioni dove ognuno tenta di penetrare più dentro al mucchio per sfuggire ai delfini, ai palamiti, ai tonni, a tutti i predatori del mare insomma, dovremmo avere meno scrupoli trovando questa scusante: Cara alice, tu sei stata creata per sfamare i pesci predatori o per consentire ai gastronomi che ti cucinano di illudersi di mangiare degli uccellini . Di alici ce ne sono tante, di uccellini pochi, quindi pur tirando dei moccoli agli uccellini quando troviamo il fico rovinato dal tuo becco, noi ti lasciamo fare, ma lascia intatto qualche fico pure a noi.
Ora se siete ancora in grado di pensare e capire quello che sto scrivendo, vorrei descrivere questa ricetta che, utilizzando del "pesce azzurro" che come è noto fa bene al colesterolo buono,
vi consentirà di saggiare una pietanza straordinaria.
Siete pronti questa volta sul serio ?? Allora via e prendete appunti.
INGREDIENTI per 4 persone: alici possibilmente grandi, diliscate e pulite 8 cad. cioè 32; (per il ripieno) pan grattato 6 cucchiai colmi; uova 2; formaggio pecorino gr 50 grattugiato; formaggio grana o parmigiano grattugiato gr 50; prezzemolo 1 ciuffo tritato sottilmente; aglio 1 spicchio tritato a punta di coltello; sale fino 1/2 cucchiaino; (per la doratura e la frittura) farina 4 cucchiai; uova 2; sale 1 pizzico; olio extra vergine d'oliva q.b.
PROCEDIMENTO: lavare le alici, togliere la testa ed eviscerarle; aprirle togliendo la lisca centrale ma senza dividerle e metterle a scolare in un piatto fondo inclinato. Andare avanti così fino a terminare. Preparare ora il ripieno: in una ciotola mettere il pangrattato, i formaggi, le uova, mescolare, unire il sale, l'aglio tritato a crema, mescolare ancora e formare una piccola pallina ovale con un cucchiaino di questo impasto. Nel caso fosse troppo umido non permettendovi di formarlo, aggiungere un poco di pangrattato.
Mettere nel palmo di una mano un'alice aperta, con la pelle aderente alla vostra pelle. Poggiare sopra la pallina ovale di ripieno, adagiarvi sopra un'altra alice , schiacciare un poco il ripieno sagomandolo, passare la coppia di alici nella farina, scrollare dolcemente quella in eccesso, quindi passarla nell'uovo sbattuto e poi da lì in padella con olio bollente. Friggere da un lato per due minuti, rigirarla e cuocere l'altro lato, quindi con una schiumarola tirarla su e metterla su carta da cucina per farla sgocciolare. Tenerle in caldo e quando avrete terminato metterle in un piatto da portata in maniera simmetrica, guarnendole intorno con mezze fettine di limone.
Portarle subito in tavola e mangiarle.
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