sabato 29 novembre 2008

I FALSI ALIMENTARI = (1°) = Una rubrica che sarà di volta in volta aggiornata

Sui "falsi alimentari" sono stati scritti fiumi di parole, ma non sono mai troppi. Si continua sempre a scoprire nuove frodi, sul vino, sull'olio, sui formaggi, sui prosciutti, sui concentrati di pomodoro, su tutti i prodotti dai quali le persone dai pochi scrupoli e che mirano ai facili guadagni si lanciano. Ogni giorno gli organi di stampa e la televisione ci informano di nuove scoperte sul "prodotto italiano" tra l'altro molto richiesto all'estero, dove chi non conosce bene la lingua ed i sapori effettivi di un dato prodotto, può essere più facilmente ingannato.
E questo tipo di commercio è tra l'altro una facile maniera di "lavare" i soldi guadagnati in maniera illecita, sia vendendo droga, o con il "pizzo" derivante dalle estorsioni, che indirizzando alla strada "lucciole" attratte con l'inganno di un lavoro pulito entrate ormai nel vorticoso giro, con minacce di violenza anche sulle indifese ed ignare famiglie rimaste nei paesi di origine .

Ma lasciando agli esperti degli altri settori l'indagine sui diversi rami della nostra economia, vorrei in questa modesta rubrica pubblicare notizie che possano almeno in parte metterci in guardia dal comprare cibarie che possono poi risultare dannose alla salute dei nostri cari, e perché no, anche dannose alla nostra "tasca"!

Tra l'altro la Delegazione dell'Accademia Italiana della Cucina di Pisa Valdera, abilmente guidata dall'amico Giampaolo Ladu, ha nei mesi scorsi tenuto un interessante convegno, proprio sui "Falsi Alimentari", ed ha pubblicato un'opera dove sono riportati gli interventi di illustri studiosi del settore.

Quindi sia dallo studio degli atti del convegno di Pisa che da altre fonti ben attendibili, mi sforzerò di estrarre quelle notizie e quelle spigolature che potranno risultare di interesse per noi, che pur amanti della buona tavola, ci sforziamo di mantenerci in buona salute, evitando di ingerire dei veleni a nostra insaputa.

Ed iniziamo a parlare delle tagliatelle all'uovo. Il Dotto accademico Alfredo Pelle ci riferisce che quando vediamo in una vetrina del ristorante delle tagliatelle stupendamente gialle, ci viene da pensare a quanti tuorli d'uova sono stati utilizzati per realizzarle. Ma dovete ricredervi, perché esistono uova che sono specificatamente colorate per trasferire vivacità alla sfoglia e vengono vendute alla ristorazione. Si usano derivati dalla carota, dagli agrumi e da altri vegetali, quali la "capsantina" che è presente in natura insieme ad altre xantofille e al beta-carotene nei frutti di "capsicum" . Se somministrata nei mangimi colora di giallo il tuorlo d'uovo delle galline ovaiole e la pelle dei polli da carne di un bel giallo.

Ma restando nel mondo dei polli, pensate che esiste un "uovo lungo" sodo, per le aziende che preparano le tartine tutte con il tuorlo di uguale dimensione. Infatti se voi a casa tagliate un normale uovo sodo, vi accorgerete che soltanto le fettine centrali sono con il tuorlo più grande, il quale poi decresce, mentre l'albume predomina. Invece esiste un'azienda in San Giovanni in Croce che produce un uovo lungo 30 centimetri che contiene albume e tuorlo già cotti e surgelati: il 98% è uovo, ed il resto è sale, amido, acido citrico ed E330 (che serve a prevenire la formazione di muffe).

Ma per fortuna nostra, in nessuno dei due casi qui riportati, secondo gli esperti, tolta qualche delusione, nessun danno alla nostra salute ne può derivare.
Pensate che se non fosse esistita questa ingegnosa azienda a produrre l' "Ovopel" , il danno maggiore per il forte dolore lo avrebbe sofferto la povera gallina, dovendo depositare nel cesto del pollaio un cilindro da cm 30!

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