lunedì 19 dicembre 2011

STRUFFOLI NAPOLETANI, DOLCI CARATTERISTICI DEL NATALE

Molti affezionati lettori mi hanno inviato delle email chiedendomi la ricetta degli "STRUFFOLI DI NATALE", ma che sia quella buona.
Ho analizzato varie versioni tratte da vecchie ricette della famiglia di mia moglie e mi sono accorto che, come avviene qui per la Pastiera di Pasqua, ogni famiglia ha la sua ricetta preferita. Alcuni continuano a friggere gli struffoli con la sugna di maiale che si suppone non faccia troppo bene a chi ha problemi con il colesterolo.
L'olio extra vergine d'oliva io lo preferisco, anche se costa un poco parecchio di più di quello di semi, ma così mi illudo di prolungare la mia esistenza su questa terra.......!

L'origine di questo dolce credo possa farsi risalire alle dominazioni arabe e ancora secoli prima, all'influenza della cucina greca e poi giunto a noi attraverso la Sicilia orientale (allora chiamata Magna Grecia).
Dagli antichi testi, si è appreso che frequentemente le ricche famiglie greche all'epoca dell'Impero Romano, erano solite inviare i propri cuochi in Sicilia, per apprendere particolari ricette di cucina.

La presenza importante del miele nella finitura di questo dolce potrebbe essere uno dei punti di riferimento, ma allora non esisteva ancora lo zucchero e l'unico dolcificante disponibile era il miele.
Successivamente, dopo la scoperta dell'America, giunse da noi lo zucchero di canna chiamato appunto in Sicilia "zucchero canno" dove fu ampliamente coltivato e soltanto un secolo fa iniziò la produzione di zucchero dalla barbabietola e le coltivazioni di canne siciliane furono abbandonate.

In realtà, esaminando da vicino gli struffoli, ci troviamo di fronte a delle palline di un impasto di, farina, uova , poco zucchero, un pò di liquore forte, successivamente fritte (un tempo nella sugna di maiale) e poi imbevute di miele appena disciolto in succo d'arancia, per renderlo più lavorabile, messe insieme a piramide, con l'aggiunta di piccoli e durissimi confettini e qualche sottile pezzetto di frutta candita.
La guarnizione ha più che altro la funzione di rendere più variopinto il tutto e di riuscire a rompere qualche dente già malandato, a causa della durezza di alcuni confettini realizzati con piccoli pezzetti di cannella, appunto chiamati "cannellini".

I giorni seguenti queste feste, sia a causa dei confettini duri, che dei tentativi di rompere con i denti le nocelle (leggi: nocciole o avellane) che si mangiano alla fine del pasto insieme alle arachidi, ceci tostati, semenza (semi di zucca essiccati e salati) ed altro, sono la gioia dei medici dentisti che nei primi giorni dell'anno registrano così un pienone di visite e di dentiere da riparare.

Ma ritorniamo al nostro dolce che non deve assolutamente mancare sulle nostre tavole insieme al Panettone milanese, al Pandoro di Verona, ai Cantuccini di Prato oltre a tutti gli altri dolci classici napoletani di origine monastica, come rococò, sapienza, mustacciuoli, divinoamore, raffiuoli, raffiuoli alla cassata ed altri realizzati con pasta di mandorle.
Tutte leccornie leggerissime da digerire.......dopo un pranzo durato circa quattro ore!

INGREDIENTI per 6/8 persone: farina gr 600; uova 6; zucchero gr 100; limone 1 (la buccia grattugiata); burro gr 50; bicarbonato di sodio 1 cucchiaino raso; sale fino 2 pizzichi; liquore tipo Strega cc 50; olio extra vergine d'oliva per friggere q.b.
Per la finitura: miele gr 400; arancia 1 (il succo per diluire sul fuoco il miele) ; liquore tipo Strega cc 50; confettini argentati e misti 1 piccola confezione; canditi misti tagliati sottili .

PROCEDIMENTO: sul piano da lavoro mettere la farina a fontana, con sale, uova, bicarbonato, zucchero, burro fuso (riscaldato in un tegamino) e la buccia grattugiata di un limone. Impastare bene il tutto e lavorare per una decina di minuti, poi formare una palla e fare riposare la pasta per almeno 30 minuti.
Trascorso il tempo riprendere la pasta e tagliandola a piccole porzioni, formare sul piano appena infarinato dei cilindretti di uguale spessore (circa mm 10), come dei grissini . Tagliarli alla lunghezza di un centimetro.
Quando avrete terminato mettere sul fuoco una padella con l'olio e quando comincia a sfrigolare versarvi dentro un poco di cilindretti, muovere la padella per evitare che si appiccichino l'un l'altro e quando li vedrete imbiondire, dopo un paio di minuti, con la schiumarola sollevarli e passarli su carta da cucina per far depositare un pò di olio.
Continuare così fino a terminare tutti gli struffoli.
Mettere ora in una pentola il miele, il succo dell'arancia e su fuoco dolce mescolare per diluirlo,
versare nella pentola tutti gli struffioli già fritti e per un minuto rimestare per farli tutti imbibire di miele. Togliere dal fuoco, versare il liquore e aggiungere a pioggia nella pentola i confettini ed i piccoli pezzetti di canditi, mescolare ancora e quindi trasferire tutti gli struffoli sul piatto di portata, formando un cono o una piramide.
Servire gli struffoli freddi; sono ottimi anche i giorni seguenti se ne rimangono ancora. Auguri !!


P.S. Soltanto dopo aver finito di scrivere questo post, mi sono accorto di avere inserito di già, nel tempo passato, ben due volte una ricetta degli struffoli, ma non ho ancora controllato se si tratti della stessa o di altra: 28 novembre 2008 e 16 dicembre 2009. (Ho dimenticato di cercare, prima di scriverla, sul motore di ricerca! Scherzi dell'età!)
Credo però che quest'ultima sia la migliore, perchè andando avanti negli anni le esperienze migliorano e si affinano.
Chiedo perciò scusa ai lettori, i quali potranno facilmente constatare la mia buona fede su quanto asserito.
Che dire a questo punto ? Realizzatele tutte e tre e poi decidete quale sia la migliore; potrete fare un referendum in famiglia. Io voterò per questa di oggi, perché credo mi riuscirà meglio!

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