Nei giorni scorsi nell'ascoltare una rubrica radiofonica, una terribile notizia mi fece fare un salto. Il 33% dei bambini italiani è in sovrappeso ed ancorpiù in Campania ed in buona parte del Sud si raggiunge oltre il 40%. Se i genitori non corrono subito ai ripari, questi bambini sono destinati ad essere degli infelici nel corso degli anni. Uno stomaco dilatato avrà sempre più bisogno di essere riempito e nel crescere costoro avranno, come minimo, problemi di circolazione sanguigna e di continuo affaticamento dovendo portarsi appresso uno zaino di una decina di chili di grasso, intorno alla cintura. Forse buona parte della sbagliata alimentazione deriva da una ignoranza dei proprii genitori che fin da piccoli hanno pensato ad infarcirli di cibo, senza alcuna idea di quale grave danno andavano facevando. Le famose "merendine" poi contribuiscono al deterioramento della situazione. Per merenda, un tempo, si dava al bambino del pane e formaggio, ora il piccolo che tira fuori dalla cartella un cartoccio con dentro qualcosa di genuino, ma preparato da una mamma premurosa, è guardato come se fosse un marziano, e quasi si vergogna a sbocconcellare due fette di pane, magari con della marmellata.
La rivista "Altroconsumo" di questo mese pubblica un interessante articolo dal titolo : "Preveniamo l'obesità infantile". La campagna il cui nome appropriato é "Pubblicità che ingrassa" è contro il marketing aggressivo che prende di mira i bambini e la pubblicità che li attira verso cibi carichi di zuccheri , grassi e sali.
Abbiamo tempo sino alla fine di dicembre per sottoscrivere la petizione "on-line" di Altroconsumo (http://www.altroconsumo.it/) per chiedere al Governo di difendere i bambini dalle sirene del marketing e dal rischio obesità, dicendo no al bombardamento pubblicitario di cibi non salutari in radio o tv; no alla promozione nelle scuole; no all'uso dell'immagine di personaggi famosi, cartoni animati e gadget come esche per attirare i più piccoli verso alimenti non sani.
Una decina di anni fa avevo scritto un breve articolo dal titolo "Non è più il tempo della torta della mamma!" e additavo le merendine come colpevoli di buona parte dei guai nell'alimentazione dei piccoli. L'editore non volle pubblicarlo perché temeva potenziali guai da parte di qualche produttore di pochi scrupoli, il quale magari impiegava dei "grassi" o altre sostanze che si sarebbero dimostrate poco adatte all'alimentazione dei bambini.
Aspettai cinque o sei anni, tenendo lo scritto da parte, sperando che la mia fatica non venisse sprecata, e così accadde: Un bel giorno anche i grandi nomi della medicina si accorsero di quanto stava accadendo, iniziò una campagna contro il sistema , ed il mio articolo fu ben accolto, cambiando appena un poco il titolo che divenne:"Il tempo delle merendine."
Da qualche tempo l'argomento è di nuovo caduto nel dimenticatoio, la grandi industrie multinazionali sono tornate alla carica, e quindi ben venga l'appello di Altroconsumo !
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